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Aeroporti: i destini incrociati di Trapani e Comiso, nel limbo dei tempi della politica

giovedì 12 Luglio 2018
aeroporto trapani birgi
Aeroporto Trapani Birgi

Le strategie a medio e lungo termine per una gestione più efficiente degli scali siciliani sono state delineate, così come le misure a breve termine per scongiurare il default delle società che gestiscono il Vincenzo Florio di Trapani Birgi e il Pio La Torre di Comiso, rispettivamente la Airgest e la Soaco che da tempo si trovano in mezzo a pericolose turbolenze economico-finanziarie.

Adesso è solo una questione di tempi, che purtroppo sono quelli lunghi e perigliosi della politica. Da questi, al momento, dipendono i destini di queste due importanti infrastrutture per lo sviluppo dei loro rispettivi territori, che vantano una preziosa vocazione turistica e commerciale.

Ha ormai preso quota, infatti, l’idea maturata nelle ultime settimane di ricondurre la gestione di tutti gli aeroporti siciliani nelle mani di due società, una per gli aeroporti della Sicilia occidentale e l’altra per quelli della Sicilia orientale. Della prima farebbero parte Palermo, Trapani e Pantelleria. In questo caso sarebbe la Gesap, che gestisce il Falcone e Borsellino di Palermo, ad inglobare le altre. Allo stesso modo la Sac, che gestisce l’aeroporto Fontanarossa di Catania, assorbire le altre due realtà. L’obiettivo è quello di fare sistema, promuovere una governance condivisa per ridurre le inefficiente e valorizzare al massimo le potenzialità di ogni scalo.

airgestE’ questa l’idea del governo regionale, condivisa da tutti i soggetti coinvolti, che però si staglia su un orizzonte abbastanza lontano. Nel frattempo bisogna fare i conti con i bilanci traballanti di Airgest e Soaco e con le continue perdite di esercizio registrate, che rischiano far precipitare la situazione. Per tamponare la cosa le proposte già in cantiere sono lo sblocco del bando sul co-marketing, in passato bloccato dalle sentenze della magistratura, per lo scalo trapanese e l’affitto della gestione dell’aeroporto di Comiso. Proposta quest’ultima già sottoposta ad una manifestazione di interesse alla quale hanno partecipato ben tre soggetti pronti ad investire.

Si tratta di soluzioni apparentemente a portata di mano, se non fosse che il primo è ancora al vaglio dell’Assemblea regionale siciliana, mentre l’eventuale messa a gara della locazione dello scalo ragusano dovrebbe ricevere il beneplacito dei soci della Soaco, Comune di Comiso e Intersac, ovvero enti partecipati da soggetti istituzionali e politici. Percorsi tutt’altro che semplici e scontati.

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