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Al vincitore i giri

venerdì 13 Settembre 2019
Super Santos

botindari epruno

Carissimi,

Non ho mai creduto e soprattutto accettato i regolamenti che davano tutto il potere ad una sola persona, neanche quando da bambino giocando per strada davamo tutta questa importanza a chi portava il pallone, dando lui la possibilità di decidere chi giocava e in quale delle due squadre.
Se ci pensate, costui era sempre il più scarso e il più benestante e giocava soltanto perché era lui il padrone del pallone, ma il suo potere finiva d’incanto quando il suo pallone veniva sequestrato e tagliato dal “cattivo negoziante” stanco di vedere rimbalzare il “Super Santos” sulla sua vetrina o sulla sua macchina posteggiata in strada.
Allo stesso tempo non sopporto più le cattive leggi che negli anni partendo dai comuni e dalle regioni, dietro la falsa illusione di facilitare la governabilità, mortificano la partecipazione (in realtà molto bassa) facendo sì che chi conquista un voto in più, anche dopo un ballottaggio, diventa il padrone indiscusso del vapore per un certo numero di anni.
Ma quale necessità abbiamo di avere un unico uomo sovrano indiscusso a capo di una baracca per garantire la governabilità? Ma la governabilità di cosa? Fossimo un’azienda privata avremmo fatturati da conseguire e dividendi da spartire, ma in una collettività e poi con percentuali così basse di votanti, perché dovremmo dare i poteri ad un’unica persona che con percentuali basse lontane da maggioranze assolute o qualificate decide, a volte con arroganza, le sorti di una maggioranza schiacciante rispetto la sua (gli altri) che spesso finisce per rimanere fuori da qualunque coinvolgimento della vita sociale?
Troppo comodo il poter dire “peggio per loro”. La mia mente non permette che si possa lasciare indietro nessuno che si possa governare per i più attenti o i più plaudenti.

Ci sensibilizziamo giustamente per chi dalla mala sorte di esser nato in contesti difficili è costretto dalla disperazione ad affida le sue speranze ai gommoni in mare e poi ci dimentichiamo di chi sta accanto a noi, sol perché non la pensa come noi.

Guardate che l’atmosfera in quota fa male, spesso brucia i cervelli e fomenta le ambizioni assolutistiche, cerchiamo di credere ogni volta alle affermazioni post-elettorali tipo “sarò il leader di tutti, anche di chi non mi ha votato” per poi costatare realisticamente che dal giorno dopo così non è.

Desidero che si torni ad una collegialità nella gestione del potere, una partecipazione al governo del territorio che rivaluti il valore delle minoranze, delle differenze, delle opposizioni oggi non più esistenti poiché con questi sistemi che eleggono il “Duca Valentino” finiscono per essere cannibalizzati per opportunità dal vincitore, azzerate se non addirittura ignorate.
Avendo perso in alcuni sistemi elettorali anche la libertà della scelta diretta del candidato da eleggere, visto che questo viene nominato dalle segreterie politiche, associato ad una leadership non universalmente riconosciuta, facciamo sì che un imperfetto regolamento politico porti al potere sempre gli stessi garantendo loro continuità, ma senza vantaggi per la collettività.

Mi chiederete se sono nostalgico delle alleanze “penta colori”, ma indubbiamente rispetto a oggi, nei momenti in cui i “governatori” erano scelti dalle assemblee degli eletti, mi davano maggiore garanzia, principalmente perché dovevano raccogliere la maggioranza dei rappresentanti e ciò era frutto di mediazioni e perché no di compromessi che finivano nel tempo per accontentare tutti. Inoltre le opposizioni erano vere opposizioni perché avevano il potere di poter ribaltare nell’assemblea o nel consiglio la maggioranza di sostegno a chi governava permettendo di poterne scegliere un altro senza necessariamente ritornare al voto.
Non sarò mai per proposte che estendano questi sistemi a presidenzialismi.

Non credo negli “uomini forti” perché non vedo “uomini” all’orizzonte”, intesi quali uomini con qualità politiche tali da governare saggiamente, vedo soltanto da uomo del popolo tanti piccoli leader o leader di piccole comunità che diventano “personaggi mediatici” che impongono il loro potere “visibile e occulto” alla collettività, che allertano sempre alla paura dell’uomo nero, perché ambirebbero i primi loro a diventare “uomini neri” e “leader indiscussi” con pieni poteri.

Non date solo attenzione a chi nel frattempo imprudentemente li chiede a voce alta, poiché c’è chi nel frattempo con questa democrazia malata, i pieni poteri con gli strumenti legali se li è già costruiti e attribuiti lasciandoci nella grande maggioranza, (noi fuori dai cerchi magici, noi che viviamo la realtà e non seguiamo le visioni) a battere le mani chiusi a doppia mandata da fuori nel salone dove l’orchestrina del Titanic nel frattempo continua a suonare poiché “che sa da fa pè campa”!

Un abbraccio, Epruno.

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