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Ars, in Aula va in scena lo scontro tra il governatore Musumeci e Miccichè

mercoledì 23 Ottobre 2019
ars

Il presidente Musumeci si definisce oggi a Palazzo dei Normanni come un uomo che porta la croce per le problematiche che questa legislatura subisce dalle vecchie. Oggi a Sala d’Ercole è arrivato il tanto atteso dibattito in merito alla situazione finanziaria della Regione. Nel frattempo proprio il governatore ha tenuto a precisare che le risorse disponibili saranno congelate almeno fino alla parifica del bilancio da parte della Corte dei Conti, in agenda il prossimo 13 dicembre.

Quindi tecnicamente, il governo regionale lavorerà in esercizio provvisorio per almeno 60 giorni, sino a quando non sarà approvato con una legge regionale il Bilancio. “Stiamo lavorando alla prossima sessione di bilancio, ma come comprenderebbero anche le pietre, si dovrà fare ricorso per 60 giorni all’esercizio provvisorio. Ci sarà il voto sull’assestamento di bilancio e poi quello sul rendiconto“. Impossibile, dunque, approvare la manovra finanziaria entro fine dicembre. Proprio Musumeci prende la parola a sala d’Ercole e lo fa attraverso una relazione molto tecnica e scandisce le tappe e le azioni del suo ‘buon governo’, che in parte aveva già espletato ai giornalisti tempo fa, attraverso una conferenza stampa. Giornali e giornalisti che hanno subito una critica da parte del governatore. “Ho letto nelle agenzie e in alcuni giornali che la situazione finanziaria della Regione è prossima al precipizio: non è così“. Il governatore  ha anche citato l’ultimo bollettino di Moody’s, l’agenzia ha confermato il rating Ba1.

Per sapere l’esatta quantificazione del disavanzo dobbiamo aspettare la parifica del rendiconto 2018 prevista, come mi ha comunicato personalmente la presidente della Corte dei Conti, solo il 13 dicembre prossimo. Occorrerà, allora, comprenderne gli effetti”. Musumeci nella suo lungo testo, si è concentrato sul disavanzo, quantificato dal governo in circa 7 miliardi di euro, e sulla questione dei residui attivi e passivi”. Il presidente della Regione ha sottolineato che si è ritrovato a dover gestire una situazione finanziaria pesante e determinata dalle scelte compiute dal precedente governo Crocetta, in particolare sulla reimputazione dei residui.

Concluso il suo intervento, numerosi sono stati i rilievi critici dell’opposizione, con parlamentari che hanno consigliato al governatore Musumeci di dimettersi. Ma è arrivata anche qualche frecciatina della maggioranza. Come l’Udc che è stata velatamente critica con il capogruppo Eleonora Lo Curto e assolutamente lapidaria, attraverso il deputato Vincenzo Figuccia.

Il capogruppo del Pd, Giuseppe Lupo, è entrato nel merito dei dati decantati dal governatore è li ha sviscerati accusandolo di “nascondere la polvere sotto il tappeto. Lo segue a ruota Claudio Fava, capogruppo del gruppo misto che smentisce i dati di Moodys in favore del governatore e difende la categoria dei giornalisti. “Prendersela con i titoli allarmistici dei giornali e spacciare il rating della. Moody’s “BA1” come un premio o un salvacondotto tacendo che quel bollino, sempre lo stesso dal 2013, ci confina in zona retrocessione (“highly speculative”…), è un modo furbo e reticente per affrontare il disavanzo di 8 miliardi nel bilancio della regione Siciliana. Ci aspettavamo dal presidente Musumeci proposte e misure concrete, da un censimento delle partecipate regionali per capire quali liquidare a una spending review vera, capace di tagliare la ricostruzione dei borghi fascisti e le spese per le fiere equine a Militello. Sono arrivate solo parole auto-assolutorie”.

Arriva in aiuto del governatore il vicepresidente dell’Ars, Giovanni di Mauro, che esalta i “dati inconfutabili” della relazione del governatore Musumeci e il deputato regionale Tommaso Calderone di Forza Italia, che afferma: “credo che la relazione circa lo stato di salute della Regione Siciliana, dà fiducia per il proseguo dei lavori”. Dello stesso tenore, Alessandro Aricò di Diventerà Bellissima: “chi oggi qui dai banchi dell’Ars predica bene, in passato agì molto male: con il governo Crocetta la Sicilia fu svenduta, rinunciando a contenziosi con lo Stato per un totale di ben 8 miliardi di euro. Noi e tutti i siciliani non abbiamo certo dimenticato i 5 anni da incubo di quell’esperienza a guida Pd, con protagonisti molti di quei deputati che ora hanno l’ardire di accusare il governo Musumeci, che a quel disastro sta rimediando”.

Ma il dato certo di oggi è che tra il governatore Musumeci e il presidente dell’Ars Miccichè non corre buon sangue. Ed oggi lo spettacolo è andato in diretta nel bel mezzo dei lavori d’Aula.

Dopo i vari interventi sul pulpito di sala d’Ercole, ha ripreso la parola il governatore Musumeci che ha risposto con toni accesi all’opposizione che “ha gettato solo veleno nei confronti del governo” ed anche in modo diretto al Presidente Miccichè accusandolo di “non scindere il ruolo da garante come presidente dell’Ars rispetto al coordinatore del suo partito”: “Stiamo provando a mettere in regola i conti, senza usare Facebook, senza provare a mandare messaggi trasversali. Prendiamo calci negli stinchi da chi, alle tue alle spalle, fa accordi con l’opposizione per provare a mettermi in difficoltà. L’assessore Armao gode della mia totale fiducia, non potrebbe stare un’ora al governo se non avesse la mia fiducia, e non avrebbe la mia fiducia se il presidente nazionale di Forza Italia non gli avesse dato la sua fiducia. Non c’è un assessore che non abbia la mia fiducia. Quando sarà ora del rimpasto allora io concorderò i nomi con i coordinatori regionali. Certamente non subirò le decisioni di nessuno“.

Porto il peso della mia croce e il peso della mia responsabilità – afferma Musumeci – Sono un guerriero. Non perdo il controllo del mio ruolo. Non farò sognare i siciliani. Basta. Sono trent’anni che fate sognare i siciliani, che li fate ridere. Sono sicuro che consegnerò a chi verrà dopo, se altri verranno dopo, una Sicilia diversa da quella che ho trovato. Non debbo offrire i miei risultati dopo due anni. Ho il dovere di farlo alla fine del mio mandato. E’ un mandato difficile. La Regione è un problema fra i problemi. Non ho fatto nomi, ho parlato di responsabilità remote e recenti“.

Non si lascia attendere la risposta del presidente dell’Ars Miccichè che afferma: “Sono un garante: la maggioranza si garantisce da sola mentre il mio compito vale soprattutto per l’opposizione. Alcuni giorni ho avuto l’attacco dei primi deputati, altri giorni dei secondi. Le posso dire solo una cosa, anche io non mi faccio ricattare da nessuno”.

Nel primo pomeriggio, le prime schermaglie si erano già avute sul tema dei vitalizi, quando Miccichè aveva praticamente accusato Musumeci di fare demagogia.

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