Quattro trentenni siciliani con lo stesso sogno si sono incontrati e hanno deciso di farlo diventare realtà. E così dopo richieste di prestiti non andati a buon fine, partecipazioni a progetti anche questi non andati in porto decidono di tagliare la testa al toro, chiedere un mutuo bancario e avviare il loro progetto. Ci sono voluti circa 200mila euro ma i quattro non si fermano qui e hanno già in mente di far lievitare il loro sogno, lievitare come la birra che producono a Ballarò.
Ballarak è il primo birrificio palermitano nato nel dicembre del 2016, all’inizio producevano solo due birre proprie, adesso sono arrivati a sette e a settembre se ne aggiungerà un’altra. Ballarak non è solo un birrificio però, è anche un pub e infatti amano definire la loro birra a Metro zero, perché il birrificio e il pub sono attaccati. Marco e Alessio amano la birra a tal punto da decidere di fondare nel 2013 “Homebrewers Siciliani”, un’associazione culturale che riunisca tutti quelli che, come loro, amano le birre e le fanno a casa. Organizzano vari concorsi in giro per la Sicilia e ad uno di questi conoscono Michele ed Eugenio. Per loro è subito chiaro che l’amore per l’arte di fare la birra va oltre il semplice hobby.
Si incontrano spesso nonostante vivano lontani e ogni volta la loro passione comune è protagonista. Una sera a Modica, paese natale di Eugenio, dopo una giornata passata a produrre birra (e a berla), prendono coraggio e decidono di diventare soci in un’impresa. Il locale lo hanno costruito con le loro mani: i tavoli, gli sgabelli, il bancone, la libreria, le mensole, la spillatura, in un’altra sala c’è l’impianto del birrificio che solo quello è costato 80mila euro. Ballarak è un sogno che si è realizzato, un sogno fatto di malto, lieviti, luppoli, segale. Le loro sette birre (presto otto) sono tutte pensate ed è il caso di dirlo “Progettate” da Eugenio, il birraio della ciurma, lui che ha studiato ingegneria ha progettato un programma, sul quale ha lavorato per cinque lunghi anni, per progettare le ricette:
“Le ricette sono il risultato di un rigido calcolo, dagli ioni dell’acqua alla quantità di lieviti, nulla è lasciato al caso” spiega Eugenio. Adesso i quattro supereroi della birra hanno un altro progetto sul quale stanno lavorando, vogliono vendere la loro birra all’esterno del loro birrificio, prima in Sicilia e poi nel resto d’Italia, poi chissà. Per fare questo però hanno bisogno di un luogo e anche di un impianto più grande, così per adesso sono alla ricerca. “Dopo sette mesi di attività siamo contenti di come sia andata – continua Eugenio – la gente ha risposto benissimo. Soldi in tasca non ce ne siamo messi però non abbiamo debiti, stiamo mettendo i soldi da parte per il nostro prossimo investimento del birrificio“.
