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Boom di cause contro le banche a Palermo. L’esperto: “Attenzione alle app, all’internet banking e al phishing” [Video]

giovedì 6 Aprile 2017

 

Avv. Palmigiano
Il prof. Miranda e l’avv. Palmigiano © D. Guarcello

«Questa sentenza della Cassazione è una svolta: le banche non sono più intoccabili». Parola dell’avvocato Alessandro Palmigiano, esperto nella tutela dei consumatori, che ha visto arrivare nel suo studio legale già quasi cento palermitani coinvolti in raggiri e truffe bancarie. Un vero boom di cause soprattutto sui titoli crollati e “rifilati” ai risparmiatori di Banca Popolare di Vicenza (e dalle controllate Banca Nuova e Veneto Banca).

Sono già centomila i casi in Italia, e si stima che un buon 20% riguardi la sola Sicilia. A Palermo in 100 si sono rivolte allo Studio Palmigiano per ottenere i risarcimenti. Tutto ruota al fatto che i correntisti di queste banche avevano acquistato titoli che sono passati dal valore di 62 euro circa a soli 10 centesimi, «titoli che spesso – rivela il legale – erano spacciati per sicuri e senza rischi. La gente si è trovata con un pugno di mosche in mano».

L’Antitrust ha multato le banche per 4 milioni e mezzo di euro e il Tribunale di Verona le ha condannate a risarcire una correntista. Una sentenza che è un importante precedente giurisprudenziale e che, di fatto, ha aperto la strada a una valanga di ricorsi da tutta Italia. «Stiamo raggruppando i casi di Palermo che si sono rivolti a noi – dice Palmigiano – in gruppi di 20-30 ricorrenti, in modo da fare una sorta di “class action” che racchiuda casi simili. C’è una escalation di casi del genere, i rapporti con le banche sono cambiati. Non c’è più la trasparenza o il rapporto fiduciario di un tempo, purtroppo».

Il prof. Antonello Miranda
Il prof. Antonello Miranda

Ma non c’è solo il caso di Banca Nuova. Il professor Antonello Miranda, ordinario di Diritto ordinario comparato presso la facoltà di Giurisprudenza di Palermo, mette in guardia da altri fenomeni riguardanti la tutela dei consumatori e i sistemi informatici. «Oggi – spiega il docente – bisogna stare molto attenti ai social media, a Facebook, Google, all’internet banking e alle app dei nostri telefonini. Uno dei fenomeni più diffusi è quello del cosiddetto “phishing”, ovvero il furto dei dati personali e delle credenziali dei conti online con siti taroccati, identici a quelli delle banche o delle Poste Italiane. Domani ne parleremo al 7° seminario intitolato “La tutela dei consumatori e del mercato” in programma all’Aula Falcone del Dipartimento di Scienze Politiche».

Nello specifico, spiega Palmigiano, una recentissima sentenza della Cassazione stabilisce un fatto importantissimo: «Sulle truffe nell’home banking la Suprema Corte ha stabilito che la colpa è delle banche, se il loro sistema non è a prova di hacker. Quando i sistemi telematici sono permeabili a fenomeni di phishing la colpa è di chi non li ha resi sicuri».

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