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Caltagirone, la ricostruzione dell’omicidio. Il fratello della vittima: “Ci vuole la pena di morte per chi uccide”

lunedì 3 Aprile 2017

Confuso, Salvatore Pirronello, ha confessato il delitto ai carabinieri della compagnia di Caltagirone: “L’ho accoltellata...”,  con almeno quattro coltellate all’addome e al torace. Non ha saputo spiegare bene il perché, ha parlato di un raptus notturno. La causa scatenante, ha sostenuto davanti ai militari dell’Arma, è un conflitto con la donna: lui voleva troncare definitivamente la loro relazione, lei non accettava la fine del loro rapporto, iniziato la scorsa estate. Ieri sera, ha raccontato, al rientro della giornata trascorsa fuori casa insieme ad amici e ai figli della donna, che vivono col padre, hanno litigato sul loro futuro. Tutto sembrava rientrato. Ma lui, ha sostenuto, non è riuscito a prendere sonno, pensando al loro rapporto. All’improvviso si è alzato, si è recato in cucina, ha preso un grosso coltello e, mentre la donna dormiva, l’ha colpita con una coltellata.

La vittima ha cercato di difendersi e di fuggire, ma l’uomo ha continuato a colpirla: ferita gravemente, con uno dei fendenti che l’avrebbe colpita al cuore, Patrizia Formica ha speso le ultime forze rimaste per alzarsi e chiudere a chiave la porta della stanza da letto dall’interno, come ultimo atto di difesa, probabilmente per paura che il convivente potesse tornare. Poi si è accasciata a terra, in un lago di sangue; : l’uomo si è poi cambiato. E con abiti puliti si è recato nella caserma dei carabinieri per confessare il delitto e costituirsi. Quando i carabinieri sono arrivati in casa hanno dovuto sfondare la porta della stanza da letto, ma la 47enne era già morta. E’ quanto emerge dalla ricostruzione dei militari dell’Arma impegnati nell’indagine che è coordinata dal procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera, e dal sostituto Fabio Platania, che hanno disposto l’autopsia. Salvatore Pirronello è stato arrestato per omicidio aggravato e condotto in carcere.

“Ma non è che questo suo dire e ribadire ‘sono felice, che bella giornata’ stia a indicare che la donna era completamente soggiogata dal suo assassino?”. A formulare questa ipotesi è Gabriella Moscatelli, presidente di Telefono Rosa, commentando la vicenda della donna di Caltagirone uccisa nel sonno dal compagno, dopo che il giorno prima aveva postato su Facebook numerosi post in cui si diceva felice e innamorata. “Siamo d’accordo che spesso le donne non vogliono prendere atto che il partner è una persona violenta. Ma ripetere ossessivamente quanto è bello stare insieme e quanto si sia felici, lascia un po’ perplessi. Che necessità c’è di ripeterlo tante volte? Sembra proprio un’ossessione, quella di voler dimostrare che si è felici. L’ipotesi potrebbe essere che lei fosse completamente dominata o, forse, che avesse paura di lui” azzarda Moscatelli.

Gabriella Moscatelli

“Tante donne non vogliono riconoscere che la persona che hanno al fianco le maltratta. Vorrei proprio conoscere l’opinione di amici e familiari della coppia. Possibile che nessuno si sia mai accorto di niente? E’ possibile elevare un inno alla felicità e dopo poche ore essere ammazzata a coltellate? Magari scriveva di essere felice per rabbonire lui e per dimostrare agli altri che con lui stava vivendo una storia d’amore meravigliosa” aggiunge. L’uomo ha parlato di “raptus”, ma “non può essere un raptus a farti uccidere una persona nel sonno.

Colpire una che dorme inerme, che razza di raptus può mai essere? O tu sei matto, e allora c’è una diagnosi, o altrimenti raptus non è”. Infine un consiglio ad amici e parenti: “Cercate di essere attenti ai segnali di malessere che trapelano dalle coppie e non lasciare sole le donne maltrattate: se ci si accorge che c’è qualcosa che non va nella coppia, cercare di parlare con la donne e convincerla ad andare in un centro, a farsi aiutare”.

I vicini di casa di Salvatore Pirronello e Patrizia Formica sono increduli: “Una coppia apparentemente tranquilla, educata e senza che abbia mai creato problemi; non era trapelato alcun segnale premonitore della tragedia. Nessuno li ha mai sentiti litigare, neppure ieri. Abitavano nel palazzo da pochi mesi, in una casa presa in affitto. Lui usciva regolarmente ogni mattina per andare a lavorare in una impresa nella zona industriale di Caltagirone. Lei rimaneva a casa, dopo avere chiuso un negozio per la vendita di biancheria intima Sono sempre stati cortesi. Una vicenda assurda, incredibile. Per quello che si era visto imprevedibile”.

Il fratello della vittima non usa mezzi termini.“Ci vuole la pena di morte per chi uccide: un delinquente toglie la vita e poi vive tranquillo, mantenuto per anni in carcere. Non è giusto. Ed è colpa della politica”. Così Beniamino Formica, tra le lacrime, parla dell’uccisione della sorella, Patrizia.“Lui non era l’uomo giusto per lei – aggiunge – io glielo avevo detto a mia sorella, ma lui ha minacciato me, la mia famiglia e i miei figli e io mi sono fatto da parte. Mia sorella ha presentato denuncia contro di me per salvare questo demonio, il suo assassino”.

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