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Cinquanta giorni in Italia

lunedì 13 Marzo 2017

La scorsa settimana ho cenato a Firenze con W.G. e la sua signora, la splendida Susan. William, detto Bill, e sua moglie sono due splendidi sessantenni. Lui è stato sino a due mesi fa amministratore delegato e vicepresidente di un’importante multinazionale americana mentre lei è una scrittrice di una certa notorietà. Hanno pianificato un viaggio di cinquanta giorni in Italia per festeggiare la pensione di lui. Per sentirsi più integrati hanno affittato una casa a Roma, una a Firenze e per gli ultimi dieci giorni una villa a Siracusa, in quanto Susan vorrebbe ambientare parte del suo prossimo romanzo in Sicilia.

Paolo Angius

Adorano l’Italia, le sue ricchezze culturali e sopratutto la nostra tavola. Entrambi sono buoni golfisti ed impazziscono all’idea che il clima sia mite quasi tutto l’anno. Bill godrà di un’ottima rendita avendo investito molto per la sua previdenza. Sarà, tuttavia, un pensionato attivo in quanto gestirà insieme ai figli Mia e Liam una partecipazione in un fondo d’investimento specializzato nell’healtcare e nel business delle assicurazioni sanitarie. Questa mattina mi ha chiamato in quanto ha letto una notizia che potrebbe riguardare tanto lui quanto altri sui amici e conoscenti. Ha sentito e gli è parso di capire che il nostro governo avrebbe approvato una legge tesa a favorire il trasferimento di ricchi stranieri in Italia. Effettivamente Bill e Susan – che parlano un buon italiano, i genitori di lei erano di Santa Margherita Belice – hanno compreso correttamente la notizia. Basterà, infatti, che il nostro amico americano versi all’erario 100.000 euro all’anno e potrà risiedere in Italia per dieci anni. Allo stesso regime fiscale potranno aderire i congiunti con un’ulteriore esborso pari a 25.000 euro a persona. Questa somma è da considerarsi una tassa fissa per il reddito prodotto. Una tassa così detta flat.

Si stima che gli immediati interessati a questa opportunità sarebbero, da subito, non meno di mille persone, oltre i correlati coniugi, compagni ed altri parenti vari. La bontà del provvedimento è evidente, legata non tanto e non solo al tributo ma soprattutto all’indotto. Si tratterà di nuovi residenti con elevate capacità di spesa e per i quali l’Italia rappresenta una straordinaria boutique del lusso e del buon vivere. Si potrebbe creare un indotto significativo in termini occupazionali, di crescita dei consumi e sopratutto di ulteriore capacità di richiamo turistico per il nostro Paese. La tassazione risulta, senz’altro, interessante per chi dovesse approfittare del provvedimento. Sterile le polemica – non manca mai – circa l’ipotesi di un trattamento di favore se rapportato alla pesante fiscalità gravante sul contribuente italiano. Il Bill di turno riverserà ricchezza e probabilmente baserà del nuovo business in Italia, per il quale pagherà un ulteriore ed eventuale tassazione. Anzi, lo stesso amico ha già alcune idee in questo senso, ma di questo vi parlerò in un prossimo intervento.

Insomma, una buona norma da attuare e sfruttare al meglio. Creando accoglienza dedicata, infrastrutture facili e servizi che stimolino i consumi dei nuovi ricchi residenti. Il beneficio sarà di rilievo per lo Stato e sopratutto per i territori che saranno scelti per vivere. Inizia quindi la corsa per creare le accoglienze e le condizioni. Il sud e la Sicilia, con i suoi quattro aeroporti, ha molte carte dai giocare. La posta in palio è molto alta e la Brexit – l’Inghilterra è da diversi anni un Paradiso per questa tipologia di residenti – rappresenta per l’Italia e soprattutto per il Sud una ulteriore opportunità da non lasciarsi sfuggire.

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