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Commercio in Sicilia, dopo 20 anni il governo prova a riformare il settore | VIDEO

giovedì 3 Ottobre 2019

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Un nuovo ddl di riforma del commercio e un fondo per fronteggiare la crisi del settore. Sono le due proposte che il Presidente della Regione Nello Musumeci e l’assessore alle Attività produttive Mimmo Turano hanno condiviso con enti locali ed associazioni di categoria nel corso della VI conferenza regionale sul commercio che si è svolta oggi a all’Astoria Palace Hotel.

Vent’anni dopo l’ultimo intervento legislativo in materia di commercio, la legge regionale n°28 del 1999, il governo Musumeci intende portare a Sala d’Ercole un disegno di legge che oltre ad avere una funzione di testo unico, opererà un vero e proprio riordino della materia, coniugando tutela del commercio locale e sviluppo occupazionale e che abbia come obiettivo la massima semplificazione amministrativa.

Sburocratizzazione, pianificazione commerciale in ambito comunale e regionale, commercio online, mercato del chilometro zero, riorganizzazione dei mercati rionali storici, programmazione di vendite promozionali e saldi, esigenze della piccola e grande distribuzione, conciliazione dei tempi di vita e di lavoro sono alcuni dei grandi temi segnalati dalle associazioni di categoria che verranno affrontati nel disegno di legge messo a punto dall’assessore Turano e dagli uffici del dipartimento delle Attività produttive.

In questi mesi – spiega l’esponente del governo Musumeci – abbiamo incontrato gli amministratori locali e le associazioni del mondo del commercio per capire come la Regione poteva intervenire per aiutare un settore dove i cambiamenti e le evoluzioni sono ormai velocissimi. Siamo arrivati a stilare una bozza di disegno di legge che abbiamo condiviso con enti locali e associazioni alla Conferenza del commercio perché vogliamo al più presto portala all’Ars”.

Altro grande obiettivo del ddl messo a punto dall’assessore Turano è il capitolo semplificazioni. Previsto il rafforzamento del percorso già avviato di modulistica unica, per quanto riguarda le attività commerciali su aree private gli esercizi di vicinato saranno attivabili con SCIA mentre le medie strutture di vendita avranno bisogno di una autorizzazione, nel rispetto delle previsioni del piano comunale di urbanistica commerciale. Sul versante delle grandi strutture di vendita invece sarà prevista l’autorizzazione, previo parere di una conferenza di servizi, nel rispetto delle previsioni del piano comunale di urbanistica commerciale e del piano regionale di urbanistica commerciale.

Per le aree pubbliche la nuova norma prevede un rinvio dinamico alle disposizioni statali per i requisiti professionali e di onorabilità; il rinnovo allo stesso operatore delle concessioni in scadenza per un periodo di 12 anni; l’attivazione con SCIA dell’esercizio su aree pubbliche in forma itinerante; l’indicazione dei criteri per la concessione del posteggio.

Nel disegno di legge si affronterà anche il tema scottante delle giornate e degli orari di lavoro. Nel rispetto della normativa in materia di concorrenza e liberalizzazione del mercato, viene introdotto l’obbligo, indistintamente per tutti gli operatori del settore commercio, di chiudere gli esercizi commerciali per 5 festività nell’arco dell’anno solare (1 gennaio, Pasqua di Resurrezione, 1 maggio, 15 agosto, 25 dicembre) al fine di bilanciare la tutela del lavoratore, e quindi della famiglia, con le necessità del mercato, lasciando comunque la possibilità per i comuni o in particolari zone dei territori comunali interessati da una altissima e comprovata percentuale di presenza turistica in parte o in tutto il corso dell’anno, che i consigli comunali possano eccezionalmente, per lo stesso periodo interessato da flussi turistici, deliberare deroghe all’obbligo della chiusura.

Il Governo Musumeci non si fermerà però soltanto al ddl sul commercio. L’assessore Turano con i tecnici dell’assessorato sta esplorando le soluzioni possibili per l’istituzione di un ‘fondo per il commercio’.

Il tema delle difficoltà di accesso al credito degli operatori non bancabili – sottolinea Turano – è un tema che ci sta molto a cuore. Stiamo pensando ad un rifinanziamento dell’art. 60 della legge regionale 32/2000 attraverso una riprogrammazione di fondi del Programma Operativo Complementare (POC) che ci consentirebbe di aiutare i commercianti a superare momenti di difficoltà oppure ad affrontare le piccole spese necessarie per rimanere competitivi sul mercato”.

Serve fare il punto della situazione con un settore coinvolto in un processo evolutivo straordinario. Sta cambiando tutto nel settore e noi vogliamo capire se la Sicilia è al passo con questo cambiamento. Vogliamo capire cosa serve fare e in caso cosa correggere – ha spiegato il Governatore Musumeci -, dobbiamo fare i conti con la grande distribuzione organizzata e con la piccola bottega tradizionale. Dobbiamo agevolare le comodità del consumatore ma anche evitare la desertificazione dei centri storici, quando chiude una bottega in un piccolo paese e si spegne una insegna è un piccolo pezzo di città che muore. Il nuovo ddl – ha aggiunto – sarà messo a punto dopo il confronto odierno con le organizzazioni di categoria, la stessa cosa dovremmo fare con l’artigianato ed abbiamo già incontrato gli industriali. Pensiamo anche ad una giornata degli Stati generali sull’agricoltura“.

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