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Cultura e formazione: l’agonia dei Consorzi universitari siciliani

venerdì 11 Maggio 2018
consorzi universitari

Hanno svolto e continuano a svolgere un’importante attività culturale e formativa in territori della Sicilia caratterizzarti da peculiarità monumentali, geografiche o produttive. Negli ultimi tempi, tuttavia, molti di questi stanno attraversando periodi di crisi, a volte di decadenza, che rischiano di mandare in frantumi realtà che potrebbero ancora fare tanto per la formazione delle nuove generazioni e la crescita dei contesti in cui operano. Si tratta dei Consorzi universitari siciliani di Agrigento, Caltanissetta, Ragusa e Trapani, il Megara Ibleo di Priolo e l’Archimede di Siracusa.

busettaCome sostiene il professore Pietro Busetta, da pochi mesi presidente del Consorzio di Agrigento, “gli amministratori possono mettere i conti in ordine, ma non possono fare miracoli ed il rischio che i consorzi possano continuare ad avere difficoltà e a perdere corsi formativi è molto alto”. Un pericolo, sottolinea Busetta, “che va scongiurato per il ruolo che questi ricoprono nei territori. Un luogo come la Valle dei Templi, frequentato da archeologi di tutto il mondo, può permettersi di non avere una realtà formativa di un corso in archeologia! Servono risorse e una riforma organica”.

La difficoltà principale è, infatti, quella economica. Molti presentano situazioni debitorie rilevanti. Il finanziamento delle attività formative e culturali dipende principalmente dalle risorse erogate dai soggetti pubblici e privati che fanno parte delle compagini sociali dei Consorzi e soprattutto da quelli stanziati dalla Regione Siciliana. Nell’ultima finanziaria appena approvata dall’Ars lo stanziamento è sceso a 3,2 milioni di euro. Quello precedente era di 3.8. Con questi numeri risanare i Consorzi è ancora più complicato.

La Regione, tuttavia, assicura il proprio impegno, anche dal punto di vista economico.

Per l’assessore regionale all’economia, Gaetano Armao, “il calo è dato dal fatto che lo stanziamento precedente si riferisce all’importo determinato in fase di assestamento. La Regione, infatti, si impegna a recuperare più risorse possibili con il prossimo assestamento”. Inoltre, sottolinea Armao, “abbiamo una proiezione triennale che consentono agli Enti di programmare in modo puntuale l’attività nel medio termine”.

Da mesi è allo studio del governo regionale, in particolare degli assessori alla formazione, Roberto Lagalla, un progetto di riforma della governance con l’obiettivo di rendere più efficace la gestione dei Consorzi. Un progetto che attribuisce più peso al ruolo della Regione stessa, con la nomina di un componente nei Consigli di amministrazione, e agli enti locali per dare più forza alle esigenze dei territori.

Sarà questa la soluzione migliore in grado di trasformare il problema in una risorsa? Nel frattempo la sabbia scorre inesorabile dentro la clessidra. Il tempo rimasto è davvero poco.

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