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Disabilità, Li Muli (Art,1 MDP): “Costituire un Fondo unico senza alcuna distinzione”

mercoledì 15 Marzo 2017

Gli eventi degli ultimi giorni che hanno visto da parte di alcuni soggetti della TV una eccessiva spettacolarizzazione del fenomeno disabilità in Sicilia hanno dimostrato come i governi regionali, che in questi anni si sono succeduti ed in particolare i suoi svariati Assessori alle Politiche Sociali, si siano mostrati del tutto impreparati a comprenderne il fenomeno e quindi a dare risposte adeguate, lo afferma Maurizio Li Muli del Coordinamento regionale Art.1 MDP Movimento dei democratici e progressisti.

L’assoluta assenza di proposte serie, l’idea di usare i precari dopo 40 ore di corso, che più che una proposta una battuta da avanspettacolo, una ipotetica tassa di scopo smentita nel giro di un paio d’ore, nessuna verifica sui risultati passati, nessun numero ufficiale, nessun controllo e nessuna proposta neanche da parte del Garante regionale dei disabili; sono la prova che il Governo regionale su questo tema non sa di cosa stia parlando e questo, purtroppo, porta i disabili siciliani e le loro famiglie a non credere più nelle istituzioni e all’allontanamento da queste.

Le somme oggi trovate tra le pieghe del bilancio regionale pur essendo un piccolo passo avanti sono del tutto insufficienti, servirebbero 10 volte tante, visto il numero dei disabili gravi e gravissimi che abbisognano di assistenza continua, oltre 2400. Risorse che vanno, pertanto, immediatamente incrementate così come va’ ridefinito l’uso che se ne fa, anche alla luce dei tagli che il Governo nazionale effettuerà sullo stesso Fondo nazionale per le politiche sociali fin dal prossimo anno. Costituire un Fondo unico per tutta la disabilità senza alcuna distinzione, può essere una soluzione valida per avere contezza delle risorse e delle spese.

Ma la questione risorse, seppur fondamentale e non negoziabile, è solo una delle cose immediate da affrontare, serve infatti costituire luoghi partecipati, magari senza barriere architettoniche, per l’indirizzo e la verifica dei risultati oltre che del controllo, stante che anche la figura del Garante della disabilità, essendo nominata dal Governo, non può fungere da controllore controllato.

A nostro avviso continua Maurizio Li Muli  serve fin da subito la costituzione di un Osservatorio sulla Disabilità stabile, che deve vedere la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti a vario titolo, dal Governo regionale, all’ Anci, dall’ Inps, alle Associazioni delle persone disabili e le parti sociali. Osservatorio che abbia come primo scopo la costruzione di una banca dati dei soggetti aventi diritto e che monitori la spesa, indichi le priorità anche in relazione alle problematiche relative al diritto al lavoro, strumento di integrazione utopico per disabili siciliani, nonostante le norme che lo regolano. Pensiamo che sia necessario, inoltre, istituire immediatamente un Tavolo permanente sulla disabilità con tutti i soggetti coinvolti, assessorati regionali, tecnici e associazioni disabili che abbia come scopo quello di aggiornare il Piano triennale H della Sicilia, (2006) strumento essenziale per i Piani di vita indipendente. Riteniamo fondamentale altresì, in questo piano di riordino sulle Politiche per la disabilita in Sicilia anche la ridefinizione della norma regionale che regola la nomina del Garante della disabilita, affinché questa figura, nominata dalla Presidenza, venga scelta su una rosa di proposte fatte dalle Associazioni e non dalla politica, prevedendo che non possa trattarsi di persone con rapporti di dipendenza dalla P.A.

Auguriamo al nuovo Assessore alla Famiglia e alle Politiche Sociali, nominato in queste ore, un buon lavoro, nella consapevolezza che non possa certamente fare di peggio dei suoi predecessori, restiamo preoccupati però per il pericolo di “sanitarizzazione” dell’Assessorato che trattando di sociale forse aveva bisogno di esperti del settore; ma confidiamo nella intelligenza e nella sua professionalità sperando che lo stesso si circondi di collaboratori del settore sociale e non medico. L’integrazione socio sanitaria è, soprattutto nell’ambito della disabilità, un valore aggiunto che non deve però far dimenticare che è altra cosa rispetto l’integrazione sociale.

A nostro avviso – conclude Li Muli – solo con questi atti, immediatamente esigibili, sarà possibile dare un serio indirizzo verso il compimento di una politica che rimetta al centro la dignità e i diritti delle Persone con disabilità, tutte, con il loro progetto individuale di vita ai sensi dell’articolo 14 della Legge n. 328/2000 e per arrivare alla piena autonomia e inclusione della persona con disabilità così come previsto anche dalla Convenzione ONU”.

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