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Dissesto di Messina, Accorinti conferma la linea di Romano

venerdì 18 Agosto 2017
Il Sindaco Metropolitano Renato Accorinti conferma la linea del Commissario Filippo Romano sul rischio di dissesto dell’ex Provincia di Messina.
Accorinti ha emanato, infatti, stamattina una nota in merito alla deliberazione del Commissario Straordinario con i poteri del Consiglio della Città Metropolitana di Messina relativa all’attivazione della procedura per l’adozione di apposito decreto di proposta di dissesto da parte del Sindaco Metropolitano. 
Nel documento odierno, in sostanza, Accorinti conferma le gravi difficoltà economiche dell’Ente e sottolinea l’impossibilità di garantire alla cittadinanza i servizi essenziali quali la gestione della rete stradale di competenza, la gestione degli istituti scolastici superiori, la tutela dell’ambiente e la gestione delle riserve naturali e l’assistenza ai disabili.
 
Una situazione paradossale causata dall’obbligo di riservare allo Stato per il 2017 un importo di 28 milioni di euro quale concorso finanziario al Bilancio statale dal quale derivano una serie di gravi conseguenze quali l’impossibilità di approvare i bilanci, di accedere a diverse opportunità di finanziamento relativi ai Fondi Pon Fesr, di beneficiare dei fondi correlati al Patto per il Sud. Il sindaco metropolitano afferma che, qualora non dovessero intervenire ulteriori azioni volte ad evitare che la crisi finanziaria diventi irreversibile ed entro i termini utili per l’approvazione del Bilancio preventivo 2017, si impegnerà a proporre l’adozione della deliberazione commissariale.
 
Nella sua relazione, Romano, in particolare aveva altresì evidenziato le difficoltà dettate dai tagli ai trasferimenti Statali. “A fronte del progressivo assottigliamento delle risorse ordinariamente trasferite dallo Stato – ha evidenziato Romano – i trasferimenti regionali, soprattutto negli esercizi più recenti, hanno pertanto acquisito un’importanza centrale ai fini del finanziamento dell’attività istituzionale e della continuità nell’erogazione dei servizi e del pagamento degli emolumenti del personale. In merito si deve rilevare che si è andata diffondendo nella communis opinio politica l’erronea convinzione che all’eventuale ripiano delle carenze fi­nanziarie, cagionate agli enti intermedi siciliani dalla Legge finanziaria per il 2015 con il noto “contributo” provinciale all’erario statale, debba provvedere la Regione stessa in virtù di una autonomia finanziaria che tuttavia non è giovata a tutelare gli enti isolani dal contri­buto medesimo, mentre si è rispettata l’autonomia regionale  nel non applicare alle ex province dell’Isola la fuoriuscita del 30%/50% del personale, con il conseguente risparmio di spesa; ne è conseguita una situazione ingestibile delle finanze provinciali“.
Di riflesso è venuto a mancare, come detto, il necessario equilibrio tra le entrate e le uscite nei conti di Palazzo dei Leoni, con l’azzeramento dei trasferimenti regionali per le spese d’investimento e il mancato impegno finanziario per manutenzione delle strade o per i servizi trasporto destinati agli alunni disabili nonché la gestione dell’edilizia scolastica.
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