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Femminicidio nell’Ennese: spara all’ex moglie e si costituisce

lunedì 1 Aprile 2019
omicidio

Nuovo caso di femminicidio in Sicilia. Un uomo avrebbe ucciso stamane l’ex moglie a Catenanuova, in provincia di Enna, sparandole un colpo di pistola prima di costituirsi alla caserma dei carabinieri.

L’omicida si chiama Filippo Marraro, titolare di un autolavaggio; la vittima è Loredana Calì, aveva 40 anni ed è stata trovata morta nella campagna di proprietà della madre.

La coppia si era separata la scorsa estate e ha due figli; l’uomo ne ha un terzo da un precedente matrimonio. È stato l’ex marito, 51 anni, a chiamare i carabinieri e a indicare il luogo dell’omicidio. Marraro aveva dato appuntamento alla ex, ma quando è arrivato ha estratto la pistola e ha sparato. Pare che in passato l’uomo si fosse reso responsabile di atti di violenza nei confronti della donna, che però non l’aveva mai denunciato.

Sul proprio profilo Facebook Filippo Marrano ha scritto: “La vendetta un piatto freddo, più è freddo e più si gusta”. Sul social network, nella colonna di presentazione, Marrano ha anche scritto di essere “vedovo” e “disoccupato ben organizzato”.

Buongiorno, Peppe Click. Mi dispiace per il raduno. Non posso venire più: ho ucciso mia moglie. Mi dispiace“.

Filippo Marraro ha affidato la sua confessione a un messaggio vocale. Destinatario un amico di Agrigento, Peppe Nobile, da tutti conosciuto come “Click”, il nome del suo negozio di informatica.

Nobile è anche l’animatore del club TMax, il modello di uno scooter della Yamaha, e tra gli organizzatori di motoraduni in Sicilia ai quali Marraro non mancava mai. Partecipava di solito con il figlio adolescente. E si era iscritto anche per il raduno che il club ha organizzato il 7 aprile a Siracusa. Pare che l’assenza forzata fosse per lui un cruccio impellente. E per questo alle 9 di mattina ha mandato a “Peppe Click” un messaggio per spiegare l’imprevisto e per scusarsi.

Con un finale drammatico: “Addio, addio a tutti. Scusatemi di tutto”.

Nobile non credeva al contenuto del messaggio. “Filippo – dice – era una persona educata, socievole, affettuosa. Un amicone“. Ha subito sperato che fosse un “pesce d’aprile”. Ma, riascoltando l’audio, è stato colto da un sospetto: il tono della comunicazione era un po’ alterato. Facile collegarlo a una recente confidenza: “Mia moglie mi ha lasciato”. E’ subito andato in questura, gli è stato chiesto di chiamare il 113. Ed è partito l’allarme. “Speravo che fosse una richiesta di aiuto“. Mezz’ora dopo un operatore delle forze dell’ordine lo ha invece chiamato: “E’ tutto vero“.

 

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