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Fermo pesca nel Mediterraneo: “Ok alla flessibilità per garantire equilibri biologici”

mercoledì 1 Agosto 2018
pescatori

“Esprimiamo soddisfazione per l’introduzione del principio di flessibilità del fermo obbligatorio di 30 giorni per le unità autorizzate alla pesca con il sistema dello strascico. A dichiararlo Giuseppe Messina, Segretario regionale Ugl Sicilia commentando il contenuto del Decreto n.61 a firma dell’assessore regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca mediterranea, Edy Bandiera, sulla esecuzione dell’Istruzione temporanea obbligatoria dell’attività di pesca per l’anno 2018.

bandiera cartabellotta“L’assessore Bandiera, che ringraziamo per la sensibilità mostrata, ha recepito le istanze dell’Ugl – aggiunge il sindacalista – introducendo la flessibilità come strumento atto a produrre effetti favorevoli sugli equilibri biologici del mare con il rientro graduale delle imbarcazioni oggetto del fermo. Grazie alla maggiore flessibilità – precisa – determinata dalla scelta di effettuare il fermo in un periodo che va dal 1 agosto al 30 settembre, per concludersi comunque non oltre il 31 ottobre, sarà raggiunto anche l’obiettivo di ampliare la possibilità di manutenzione dei pescherecci nei cantieri presenti nelle marinerie, evitando la riduzione di offerta di pesce in un periodo di elevato interesse turistico.E’ stato un lavoro attento, sostenuto da un confronto serrato con il mondo scientifico e datoriale in seno alla Commissione Consultiva Regionale della Pesca, in particolare con Federagripesca, che ha portato a questo importante risultato per il quale il ringraziamento va anche al Direttore generale della Pesca, Dario Cartabellotta“. 

“Si può e si deve fare di più – dice il Segretario Regionale Ugl – per garantire una più efficace conservazione delle risorse ittiche, e come Ugl torniamo a chiedere al Governo Regionale di farsi carico di aprire un confronto con gli Stati europei ed extracomunitari che si affacciano nel Mediterraneo per addivenire a regole comuni per l’arresto temporanea delle attività di pesca e per la individuazione di zone comuni di ripopolamento ittico. Solo attraverso il dialogo – conclude – sarà possibile salvaguardare il Mar Mediterraneo anche dall’inquinamento e dal cambiamento climatico“.

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