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Ferrandelli indagato. L’accusa, “voto di scambio politico-mafioso per elezioni 2012”

martedì 17 Gennaio 2017
ferrandelli vota 2012

Fabrizio Ferrandelli, candidato a sindaco di Palermo dopo essersi dimesso da deputato regionale, è indagato per “voto di scambio politico-mafioso” nell’ambito delle elezioni comunali del 2012. In quel caso Ferrandelli, dopo aver vinto le primarie, arrivò al ballottaggio con Leoluca Orlando, poi eletto sindaco. Nelle elezioni di ottobre per l’Ars si candidò e diventò deputato per poi dimettersi in polemica con il governo Crocetta. A tirare in ballo Ferrandelli sarebbe il collabortore del Borgo Vecchio, Giuseppe Tantillo, che da qualche mese collabora con la Procura. Si spiegherebbe così l’apertura dell’indagine a cinque anni dai fatti. Nella nuova versione del 416-ter, l’articolo del codice penale che si riferisce al voto di scambio, non serve più necessariamente lo scambio di denaro per punire penalmente il voto di scambio politico-mafioso, ma anche “altre utilità” che presuppongono accordi tra politici e organizzazioni mafiose. Il reato, dunque, è allargato anche ad altro tipo di legami e favori, non solo dietro pagamento di denaro.

“Ieri mattina – dice Ferrandelli in una nota – ho ricevuto un invito a comparire per essere sentito nell’ambito di una indagine relativa a una ipotesi di voto di scambio per le elezioni del 2012. Rimango sorpreso come, dopo quasi cinque anni, proprio nel pieno di una campagna elettorale in cui sto registrando grande entusiasmo e partecipazione da parte delle palermitane e dei palermitani per la mia candidatura, si apre un’indagine su di me”.

Nelle scorse settimane il Tribunale di Palermo aveva depositato la sentenza di emessa nei confronti di Francesca Trapani, presidente dell’associazione ”Donne insieme associate’ condannata ad un annodi reclusione assieme al marito Maurizio Sulli, per aver indirizzato alcuni votanti alle “primarie” del Pd per le elezioni comunali del 2012. Trapani era rappresentante di lista di Ferrandelli e i carabinieri, dopo alcune segnalazioni di anomalie, le trovarono in casa 55 schede elettorali di cittadini oltre ad alcune deleghe per ritirare altre schede al Comune

Ferrandelli stamane attraverso una nota ha chiesto di essere ascoltato al più presto “in modo da chiarire con celerità la mia posizione e di fugare eventuali dubbi sulla mia condotta che è sempre stata improntata alla massima trasparenza ed al rispetto delle leggi. Ricordo a tutti che un anno e mezzo fa mi sono dimesso da deputato dell’Assemblea Regionale Siciliana all’interno della quale rivestivo il ruolo di vicepresidente della Commissione antimafia, proprio denunciando l’abbassamento della tensione morale all’interno del parlamento siciliano”. “Mi preme informare subito i cittadini ed i miei elettori – prosegue – per il grande rispetto che ho per loro ed al tempo stesso rassicurarli della mia assoluta estraneità ai fatti. Quanto accaduto non scalfisce minimamente la mia volontà di concorrere alla carica di sindaco di Palermo, anzi la rafforza, sapendo di dover lottare con ancora maggiore forza e determinazione per affermare i valori della partecipazione democratica nei quali ho sempre creduto e nei quali voglio continuare a credere”.

Ferrandelli, contattato, preferisce non rilasciare altre dichiarazioni e rimanda a una conferenza stampa che “sarà tenuta – conclude – a seguito della mia audizione a inizio della prossima settimana”.

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