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Furto di idrocarburi nel Siracusano, emesse otto misure cautelari

lunedì 16 Settembre 2019
raffineria augusta priolo

Dall’alba di oggi, nelle province di Siracusa e Catania, una cinquantina di unità del comando provinciale dei carabinieri di Siracusa e della compagnia aeronautica militare di Sigonella, coadiuvati dal comando provinciale di Catania, stanno eseguendo misure cautelari nei confronti di otto persone ritenute responsabili dei reati di associazione per delinquere finalizzata al furto di idrocarburi e ricettazione.

Le indagini sono coordinate dalla procura di Siracusa, nell’ambito dell’operazione denominata “Black gold”. I furti avvenivano negli oleodotti di collegamento tra la stazione di spinta “Nato”, situata ad Augusta in contrada San Cusumano, e quella della base di Sigonella, nonché delle Raffinerie “Sasol Italy” di Augusta (SR) e “Isab” di Priolo Gargallo (SR).

I malviventi avrebbero estratto cherosene Jp5 Jet Propellant (carburante per uso aereo) in danno delle amministrazioni militari italiana e statunitense e alle industrie petrolchimiche. Il carburante sottratto ammonta a più di 200 mila litri, per un valore di circa 170 mila euro. I danni causati alle condotte ammontano a quasi un milione di euro.

Il carburante avio, miscelato con altri componenti, veniva riciclato per l’autotrazione di mezzi terrestri. Tecnici, idraulici e autotrasportatori, utilizzando schede telefoniche intestate a ignari extracomunitari, individuavano il punto più idoneo dove effettuare l’estrazione. Praticavano buche nel terreno, perforando gli oleodotti. Veniva posizionata una ganascia metallica dotata di valvola regolabile, in gergo denominata cravatta, collocata sulla condotta per trasferire il carburante in autobotti (rubate) o cisterne di plastica.

Per la pericolosità dell’azione criminale del sodalizio, oltre ai reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti e ricettazione, è stato imputato il reato di distruzione e sabotaggio di opere militari poiché rendevano in parte inservibili le condutture usate per il servizio delle Forze armate; nonché il reato di inquinamento ambientale per lo sversamento di idrocarburi stimato in circa 30 mila litri. L’attività di osservazione, condotta tra febbraio e agosto 2018, ha consentito 5 arresti in flagranza e vari sequestri di materiale.

L’indagine, che vede indagate altre 6 persone non raggiunti dalle misure notificate oggi, ha anche scoperto un furto in un deposito materiali della Marina militare italiana.

Le misure dell’obbligo di dimora e permanenza in casa sono state eseguite nei confronti di Salvatore Castro, 59 anni, di Acireale; di Claudiu Iulian Spansenschi, romeno di 40 anni residente ad Augusta; dei catanesi Giovanni Scardaci, 52 anni; Michele Lombardo, di 43; William Saccone, di 39 anni; Valentino Pillera, 35 anni; Massimo Scardaci, 46 anni; di Isidoro Di Stefano, 38 anni, residente a Carlentini

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