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Giardini nella stazione di Taormina, Papatheu: “Ripristinarne subito il nome”

sabato 20 Aprile 2019
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Potrebbe finire in Parlamento il giallo dell’improvvisa scomparsa di Giardini Naxos dai display per la segnalazione elettronica delle stazioni ferroviarie italiane e delle relative fermate dei treni. La stazione di Villagonia, a quanto pare, non ha più il doppio nome di Taormina e Giardini e adesso sarebbe rimasto soltanto quello della Perla dello Ionio: il caso è stato sollevato pubblicamente dal presidente del Consiglio comunale, Danilo Bevacqua e a tutela della città naxiota si è ora mossa la senatrice di Forza Italia, Urania Papatheu, pronta a presentare un’interrogazione parlamentare.

Trenitalia, Rfi o chi di competenza – spiega la sen. Papatheu – dovrà spiegare e motivare per quale improvvisa ragione Giardini Naxos è stata cancellata dalla mappa delle stazioni italiane. La storica stazione ferroviaria di Taormina-Giardini è diventata soltanto “stazione di Taormina”: perché? Questa inspiegabile decisione rischia di arrecare, evidentemente, un grave danno di immagine ed economico a una città come Giardini Naxos che è la seconda località della Sicilia per numero di presenze turistiche (quasi Un milione di pernottamenti ogni anno) ed è la prima colonia greca dell’isola”.

Urania Papatheu

“Rfi – continua l’esponente siciliana di Forza Italia – aveva già palesato la volontà di sopprimere il nome di Giardini dalla futura stazione che nascerà a monte, a Taormina, nell’ambito del previsto raddoppio ferroviario Giampilieri-Fiumefreddo, ma parliamo di un’opera ancora nemmeno appaltata e cantierata. Non ci può essere attinenza tra questa soppressione immediata del nome di Giardini ed un progetto che (forse) sarà pronto nel 2028. Su questa vicenda occorre fare subito chiarezza, per questo presenterò un’interrogazione parlamentare”.

Si va, insomma, verso un nuovo capitolo nel confronto tra il Comune di Giardini e le Ferrovie dello Stato, con la città naxiota che di recente ha inteso procedere con un ricorso al Tar del Lazio avverso all’iter della conferenza dei servizi sul raddoppio ferroviario, dalla quale la seconda stazione turistica siciliana inizialmente era rimasta esclusa.

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