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Gioacchino Lonobile, postino a Canicattì e scrittore innamorato di Palermo

martedì 18 Aprile 2017

Gioacchino Lonobile classe 1979, oggi fa il postino a Canicattì suo paese d’origine ed è scrittore di racconti su Palermo, città che ama profondamente. Alla fine del 2016 scrive il suo primo romanzo ambientato a Palermo dal titolo “I giorni della vampa” edito dal il Palindromo, che racconta dell’intreccio di vite di due spazzini Gaspare e Vittorio, e della crisi dei rifiuti che la città è costretta a vivere nell’autunno del 2010. I due protagonisti hanno una personalità completamente diversa, a partire dal loro vivere il tempo: Vittorio ripete gli stessi gesti, restando legato a un continuo presente, mentre ogni azione di Gaspare sembra essere mutuata dal passato, entrambi sembrano non conoscere il futuro. Questa e altre differenze li porteranno a cercare di risolvere lo stesso problema in maniera diametralmente opposta.

“I giorni della vampa” è un libro che descrive perfettamente gli anfratti dell’Albergheria e ancor meglio racconta la mentalità dei palermitani. Lo scrittore è ammaliato da questa città ed è curioso di scoprirla e svelarla, così accompagna per mano il lettore a conoscere luoghi e personaggi che riesce a rendere vividi con poche pennellate. Prima di essere scrittore-postino, è stato un altro il percorso intrapreso da Gioacchino Lonobile. Si laurea in biologia all’Università di Palermo, ed è qui che comincia a scrivere i primi racconti che vedono protagonista la città. Il suo percorso formativo continua con un dottorato di ricerca in neuro scienze.

È in questo periodo che scrive e pubblica per 18:30 edizioni “Espadrillas gialle” racconto surreale onirico ambientato tra i vicoli del centro storico. Parte per Roma, ed entra a far parte di TerraNullius (www.terranullius.it), un collettivo di scrittori, con il quale pubblicherà periodicamente racconti sempre ambientati nel capoluogo siciliano. Dopo quattro anni la nostalgia per l’isola lo riporta a Palermo e da lì a poco si ritrova su un motorino giallo a portar lettere nel paesino in provincia di Agrigento.

In attesa di un contratto che ha i giorni contati, continua a raccontare le gesta e le genti di Palermo, e sogna di diventare libraio. Ai palermitani che spesso trascurano la propria città dice: “Non perdete mai lo stupore per la vostra città. Continuate a scoprirla ogni giorno“, e continua “Adoro le storie di questa città, spesso cammino solo per i vicoli e faccio delle piccole ricerche sui personaggi e sui luoghi, poi passo dalla taverna Azzurra in Vucciria e ascolto le storie di chi di solito siede su quelle panche o anima il bancone. Poi scrivo, trasformo e racconto“.

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