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Gli appalti del G7 inquietano Cantone. “Rischio infiltrazioni mafiose”

sabato 21 Gennaio 2017

Le procedure semplificate, senza bando di gara, per i lavori del G7 a Taormina, disposte dal Consiglio dei Ministri il 23 dicembre scorso in deroga al Codice degli Appalti, “inquietano” il presidente dell’Anac (Autorità Nazionale Anticorruzione), Raffaele Cantone, che nelle scorse ore in audizione alla Commissione Bilancio della Camera non ha fatto mistero delle sue forti perplessità sullo scenario che si prospetta. Cantone teme infiltrazioni di imprese illecite nell’ambito delle risultanze di quelle che saranno le procedure di assegnazione delle opere pubbliche per l’organizzazione del vertice dei Capi di Stato e di Governo in agenda il 26 e 27 maggio in Sicilia. Alle porte di febbraio, i cantieri previsti a Taormina (tra i quali quello per il Palacongressi) non sono ancora iniziati: si parla di un avvio dei lavori a fine gennaio ma i tempi sono ormai stretti, maggio non è lontano, e c’è apprensione.

“Bisogna essere concreti e tenere conto della situazione reale – ha detto Cantone – Noi sappiamo che il G7 dovrà iniziare a maggio ma che io sappia, allo stato attuale, dal punto di vista delle infrastrutture non è stato fatto nulla o pochissimo. La norma consente l’affidamento attraverso il sistema della procedura senza bando, in modo iper-eccezionale e con un criterio che anche in italiano si fa fatica ad individuare“. Le preoccupazione sul G7 sono state espresse da Cantone a Palazzo Chigi nell’ambito dell’esame, in sede referente, del Decreto legge 243/2016 avente per oggetto “Interventi urgenti per la coesione sociale e territoriale, con particolare riferimento a situazioni critiche in alcune aree del Mezzogiorno“.

Se la legge dice che il solo fatto che si tratti di Opere per il G7 sono presupposto per l’applicazione dell’art.63 (che prevede come “nei casi e nelle circostanze indicati, le amministrazioni aggiudicatrici possono aggiudicare appalti pubblici mediante una procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara”) – continua il presidente di Anacnon si capisce cosa debba essere motivato ma il tema vero è che quelle sono procedure assolutamente semplificate, che consentono l’affidamento senza limiti di importo con cinque preventivi che possono essere richiesti e senza alcuna indicazione di come dovranno essere, appunto, chiesti. Questa è la prima deroga che viene data ad un Codice di contratti, che ideologicamente nasceva con l’idea che deroghe non vi sarebbero più state. Nemmeno per il terremoto è stata fatta però una deroga di questo tipo. Ci sono scadenze che vanno rispettate ma bisogna assolutamente trovare un meccanismo che consenta l’individuazione di una serie di garanzie su questa procedura“.

“Nel decreto di nomina del Commissario straordinario – conclude Raffaele Cantone – è previsto espressamente il raccordo all’Anac e il Commissario stesso ci ha chiesto di attivare tale raccordo ma ci ha anche detto che le procedure di gara non verranno fatte da lui e indicando quale possibile Stazione Appaltante nel Provveditorato alle Opere pubbliche di Palermo e Messina. Ora da meridionale non voglio pensare che un’opera che si fa nel Meridione, in Calabria, in Sicilia o Campania o Puglia, possa essere oggetto di infiltrazioni criminali, però è un dato che se noi prevediamo meccanismi cosi veloci, senza nemmeno una indicazione obbligatoria sul fatto che le imprese siano iscritte alla “white list” o che sia una valutazione preventiva dell’Antimafia, i rischi sono particolarmente elevati però questa norma rischia di essere pericolosa. Mi sono confrontato con la Presidenza del Consiglio e con il Ministro della Coesione territoriale. Io non ho idea di quali possano essere i meccanismi alternativi ed è difficile individuare un’alternativa adesso a distanza di così poco tempo perché c’è l’esigenza dei lavori che vanno fatti. Ma la norma oggettivamente è molto pericolosa. Altre norme non impattano su vicende di nostra competenza“.

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