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Il centrodestra all’Ars alle prove con la maggioranza da allargare. Tocca al ‘collegato’

lunedì 14 Maggio 2018

Stavolta, a differenza della legge di stabilità regionale, da approvare entro il termine perentorio del 30 aprile, una corsa contro il tempo non ci sarà. Ma la battaglia all’Ars per approvare il ‘collegato’ con tutte le norme che sono andate a finire nel ‘calderone’ delle cose da fare a parte, non sarà ugualmente roba da poco per la maggioranza che sostiene l’esecutivo guidato da Nello Musumeci.

Contenute tra gli emendamenti alla Finanzaria, “le norme devono essere oggetto di un confronto con la Commissione Bilancio” ha confermato l’assessore all’Economia Gaetano Armao, big sponsor ad esempio del nuovo soggetto finanziario. Al testo originario, fermo in commissione Bilancio dell’Ars, si sono aggiunte le norme espunte dalla manovra e i tanti emendamenti aggiuntivi che la Presidenza dell’Ars aveva deciso di non trattare in sessione di bilancio per non appesantire il documento finanziario.

Difficile infatti, se non impossibile, tenere nel ‘collegato’ norme di spesa a finanziaria chiusa e con il fondo globale della manovra asciutto, a meno che le partite non vengano coperte per cassa dalla Regione, un lavoro che dovrebbe imporre ai tecnici del dipartimento Economia un monitoraggio al centesimo dei residui degli altri dipartimenti.

Il rischio poi che il documento in questione cresca in abbondanza, trasformandosi in una mini-finanziaria, è tenuto sotto osservazione. Anche per questo, al momento non si trascura nulla. Neanche l’ipotesi di’spacchettarlo’ in più disegni di legge specifici con norme ordinamentali che permetterebbero alle commissioni di merito di affrontare le materie di propria competenze in testi organici. Più improbabile, ma non esclusa, l’ipotesi  di approvare il ‘collegato’ in variazione di spesa, evenienza questa meno gradita al governo.

Al centro del documento, innanzitutto, ma non solo, gli articoli 1 e 2 della Finanziaria originaria. Il primo relativo alla concentrazione dei fondi degli enti finanziari regionali, in particolare Ircac e CRIAS, il secondo che dovrebbe dare vita a una nuova creatura: l’ARCAS (Agenzia per la casa e l’abitare sociale) che contiene il nuovo ruolo degli IACP in Sicilia. La Regione ‘arbitro’, concetto caro al presidente Musumeci, ma anche un livello di decentramento nei territori per abbinare le esigenze dei due livelli, il primo di controllo, il secondo di governance. Nella relazione  tecnica al documento si evince: “il processo di razionalizzazione degli enti pubblici attraverso la loro trasformazione, soppressione ed eventuale accorpamento”.

Sul SuperIrfis il governo non vuole giocare partite al ribasso, né prendere tempo in maniera poco concludente, fanno sapere dall’assessorato all’Economia. La riforma ha un suo valore – ha assicurato a più riprese Armao – e da questa premessa di base occorre ripartire.

In discussione anche il destino dell’Esa a rischio chiusura, con il personale, proveniente da sei diversi tipi di contratti, da ricollocare.

Tra le altre, anche le norme che riguardano la Formazione professionale che hanno già incassato il si della commissione di merito e di quella Bilancio. Riguardano in particolare la norma che regola i rapporti con i Consorzi universitari, il ripristino del fondo di garanzia per il personale della Formazione e la riserva di un altro fondo pari all’1,5% del valore del capitolo dell’obbligo formativo per finanziare un servizio di assistenza tecnica che consenta di smaltire l’arretrato degli ultimi 10 anni in termini di risorse da dare agli enti: “in modo – spiega l’assessore Roberto Lagalla che il de-finanziamento degli enti che non hanno portato a compimento la rendicontazione, alimenti il fondo di garanzia”.

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