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Il giorno del Dalai Lama a Palermo, nessuno si volti dall’altro lato

lunedì 18 Settembre 2017
Palermo 1792017 ( FOTO PETYX PALERMO) Dalai Lama a Palermo nella foto: l'arrivo all'aeroporto di Boccadifalco

La visita del Dalai Lama nel capoluogo siciliano è iniziata domenica 17 settembre con l’arrivo all’aeroporto di Boccadifalco.

Tenzin Gyatso, la Massima autorità spirituale del Buddhismo Tibetano e Premio Nobel per La Pace, oggi parla al Teatro Massimo di Palermo sulla “Educazione alla Gioia“. Un tema non facile, di questi tempi, visto l’alto tasso di infelicità degli esseri umani e le percentuali, purtroppo elevatissime, di quanti vivono la propria esistenza in modo conflittuale. Essere educati alla gioia inverte la prospettiva, perché restituisce la possibilità di ritrovare un asse, un centro di gravità, dal quale guardare la realtà con occhi nuovi.

La vita torna ad essere, in questo modo, un formidabile serbatoio di energia e la natura e il pianeta un gigantesco spazio nel quale l’essere umano può realizzare se stesso. Una realizzazione che non può e non deve avvenire mortificando l’ambiente circostante o gli altri esseri umani, ma accogliendo l’altro in sé. Essere educati alla gioia ci permette di aprirci alle influenze che provengono dal pianeta e dall’universo e restituire i doni ricevuti. E’ così possibile ritrovare una dimensione più sana per la nostra esistenza, ciascuno nel proprio ruolo.

Purtroppo, anche la visita siciliana del Dalai Lama è stata accompagnata da polemiche, non a Palermo, dove Sua Santità è da tempo cittadino onorario, ma queste hanno accompagnato la tappa messinese del tour. Qualcuno ha contestato al sindaco di Messina Renato Accorinti l’aver messo al collo di Sua Santità Tenzin Gyatso la fascia tricolore da primo cittadino. A nostro parere, il sindaco messinese ha fatto più che bene, soprattutto perché il suo gesto è stata la risposta elegante ma decisa alle pressioni che nell’inverno scorso il governo cinese aveva fatto, inviando una delegazione, con lo scopo di chiedere di annullare la visita della guida spirituale del Tibet nella Città dello Stretto.

Un gesto semplice, dunque, quello del sindaco di Messina, che riconcilia noi Siciliani con la verità storica di un popolo, quello tibetano, massacrato da una feroce dittatura comunista, che ha invaso i luoghi sacri del Tibet e la stessa città di Lhasa. Un’invasione e un massacro che purtroppo, a distanza di molti anni, continuano a passare sotto silenzio, nella colpevole indifferenza dei governi di mezzo mondo.

Chi fa affari con la Cina, infatti, non ha alcun interesse nel sottolineare i crimini contro l’umanità che nel Paese estremo orientale continuano ad essere commessi quotidianamente. Non ha alcun interesse a ricordare come in Cina siano tuttora calpestati i più elementari diritti umani. La potenza degli investimenti economici cinesi, purtroppo, muove interessi mastodontici ed è per questo che la visita in Sicilia del Dalai Lama interessa soltanto a pochi. Troppo forti le pressioni. Meglio restare colpevolmente distratti, pensano in molti.

Non vedrete il presidente del Consiglio Gentiloni e nemmeno il Capo dello Stato, il palermitano Mattarella, ad accogliere la massima guida spirituale del Buddhismo tibetano. Eppure, il Dalai Lama è uno dei leader spirituali più importanti e autorevoli del mondo e fino a pochi anni fa era anche guida politica del suo popolo.

No, cari signori che gestite il potere in Italia come nel mondo. Noi non ci voltiamo dall’altra parte. Non mettiamo la testa sotto la sabbia come gli struzzi pur di non vedere le atrocità di una dittatura con cui i vostri governi fanno affari.

Accogliamo il Dalai Lama, aperti ad ascoltare la sua Parola che nasce da insegnamenti millenari e universali. Senza pregiudizi e con la speranza che la gioia possa permeare i cuori di tutti. Anche dei malvagi.

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