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Il limbo del siriano. Sbarcato a Pozzallo con la famiglia, per la Procura è un “affiliato all’Isis”

venerdì 3 Febbraio 2017
isis

Sarà processato col rito abbreviato, davanti al Gup di Catania, Giancarlo Cascino, per partecipazione e associazione per delinquere con finalità di terrorismo anche internazionale il siriano di 22 anni, Mourad El Ghazzaoui, sbarcato il 4 dicembre 2015 a Pozzallo (Ragusa), e accusato di avere collegamenti con cellule della jihad. Il procedimento è stato incardinato oggi e poi, su richiesta del nuovo legale dell’imputato, l’avvocato Luca Ruaro, che ha sollecitato termini a difesa, rinviata al 27 febbraio. Il penalista ha chiesto anche la presenza in aula del suo assistito, che è attualmente detenuto a Sassari.

Secondo la Procura, l’imputato farebbe parte di un gruppo armato affiliato all’Isis di matrice integralista islamica. Il suo legale sostiene, invece, che sia partito dalla Siria, con i genitori, la sorella, il cognato e un nipotino, tre anni prima e che un presunto “passaporto dell’Isis” trovato in uno dei 7 cellulari sequestrati al 21enne sia un falso: il documento vero è stato trovato e sarà prodotto nelle fasi successive del procedimento.

Il siriano era arrivato a Pozzallo sulla nave lussemburghese Bourbon Argos, il 4 dicembre 2015, che aveva soccorso 523 migranti nel Canale di Sicilia, che erano su un gommone e un barcone. Lui era su quest’ultima imbarcazione, proveniente dalla Libia, come passeggero. È stato fermato dopo indagini eseguite dalla squadra mobile della Questura di Ragusa, poi delegate alla Digos iblea e alla polizia postale di Catania. Gli sono stati sequestrati telefoni cellulari, alcuni di ultima generazione. Dai primi controlli è emersa la presenza di immagini che, secondo la Procura distrettuale di Catania, “facevano ritenere possibile la vicinanza dell’indagato a gruppi armati affiliati all’Isis e combattenti in Siria“. Dai successivi accertamenti eseguiti dalla Digos di Ragusa e dalla Polizia postale di Catania “emergevano ulteriori file video e audio che – ritiene la Dda etnea – corroboravano il quadro indiziario nel senso dell’appartenenza dell’indagato a un gruppo armato affiliato all’Isis di matrice integralista islamica”.

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