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Il mercato delle bollicine, in aumento le esportazioni di spumante italiano

lunedì 27 Maggio 2019
Marco Maria Scaglione
Marco Maria Scaglione

Negli ultimi anni il mercato delle bollicine sta riscuotendo un grande successo, soprattutto grazie al Prosecco che ha visto aumentare sostanzialmente il numero di bottiglie presenti sui mercati internazionali.

Secondo i dati forniti dall’Unione Italiana Vini, il Regno Unito, gli Stati Uniti e la Germania sono i tre Paesi che continuano a guidare questo trend: negli ultimi dieci anni, infatti, sono passati da un commercio totale di spumanti del 39% ad un 43% totale. Inoltre, è importante tenere in considerazione che su questi tre paesi fanno scalo i 2/3 delle spedizioni di spumante a livello mondiale. A seguire, troviamo invece Belgio, Giappone, Russia, Francia e Svizzera.

Il Paese del Sol Levante, in particolare, è stato recentemente controparte dell’Ue di un recente accordo di partenariato (JEFTA). Tale intesa prevede un azzeramento delle tariffe sul vino (contro il precedente 15%) e il riconoscimento di numerose “Indicazione Geografica” europee, tra le quali Prosecco, Chianti, Franciacorta e Montepulciano d’Abruzzo.

Anche il Canada emerge tra i principali mercati, con una crescita esponenziale negli ultimi tre anni. Tale tendenza non può che essere destinata ad incrementare alla luce, anche in tal caso, dell’attualissima entrata in vigore di un accordo di partenariato con l’UE (CETA), sebbene in via provvisoria. Quest’ultimo, se confermato, potrà sostenere la crescita delle esportazioni UE in generale e del vino spumante italiano in particolare.

Per quanto riguarda invece le importazioni, i dati UIV continuano a vedere l’Europa come testa di serie tra i continenti, seguita da Nord America, Asia, Centro e Sud America, Oceania e infine Africa.

Concentrandoci sulle dinamiche commerciali del Bel Paese, la crescita delle esportazioni di vini italiani nell’ultimo anno è stata guidata da un incremento sostanziale delle esportazioni di spumanti (+150 milioni di euro), Prosecco D.O.P. e Asti Spumante in primis.

Ed infatti, si è allargata all’estero la platea dei consumatori di bollicine, che finalmente si diffondono anche fra le nuove generazioni e nella vignetiristorazione non italiana. Del pari, prodotti come il Prosecco sono stati beneficiati da un progressivo processo di destagionalizzazione, con conseguente aumento e uniformizzazione dei volumi.

Nel quadro di un’infinita competizione commerciale squisitamente intraeuropea, l’incremento delle esportazioni nostrali ha permesso di recuperare terreno sullo Champagne, storico concorrente italiano con riferimento al comparto bollicine, essendosi ridotto il divario col medesimo ad un valore di esportazioni di 1.5 miliardi di euro. La speranza è che tale divario si assottigli anche con riferimento ai vini fermi italiani nelle varietà rosso e bianco, che continuano invece a perdere terreno a discapito dei concorrenti d’oltralpe.

Il posizionamento europeo globalmente considerato può pertanto ritenersi positivo e dimostrativo dell’intenzione di continuare ad investire sul mercato della spumantistica, con prospettive di crescita particolarmente soddisfacenti per la produzione italiana, alla luce, soprattutto, della crescente notorietà di alcune categorie come Prosecco e Asti.

Se vuoi saperne di più sul mercato internazionale del vino e sull’esportazione del segmento bollicine, contattami a marcomaria.scaglione@gmail.com .

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