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Intervista alla candidata sindaco di Erice Daniela Virgilio, “I fondi diretti sono la chiave dello sviluppo territoriale”

venerdì 2 Giugno 2017

Si avvicina l’11 giugno,  data stabilita per le elezioni amministrative 2017: ad Erice sei i candidati alla carica di primo cittadino, tre uomini e tre donne. Tra questi c’è Daniela Virgilio, esperta di politiche europee, con alle spalle non solo competenze ed esperienze in materia, ma anche un’articolata rete transnazionale di relazioni già consolidate . Nella corsa al titolo di sindaco, a suo sostegno tre liste: “Progetto Europa”, “Aria Attiva” e “Giovani per Erice”.

Qual è il punto centrale del suo programma elettorale?

Uno dei punti centrali del mio programma elettorale è certamente l’utilizzo dei fondi europei: attraverso questi, infatti, sarà possibile rilanciare nel territorio i servizi che attualmente non sono garantiti a causa dei tagli, sia a livello regionale che nazionale. La mia conoscenza delle reti amministrative, che si collegano alle procedure europee sarà al servizio del Comune.

Nello specifico, cosa comporta?

Avere una certa competenza sulle politiche europee porta a conoscere i programmi di spesa: per esempio, per quanto riguarda la politica di coesione, si mira a garantire in tutti gli Stati membri le stesse opportunità di sviluppo e di lavoro per tutti i cittadini europei. Un sindaco che conosce le politiche europee, che ha alla spalle una rete importante, da mettere a disposizione del territorio, è in grado di garantire non solo la normale amministrazione, ma può anche  offrire una programmazione importante per lo sviluppo economico ed occupazionale.

Cosa bisogna valorizzare maggiormente nello sviluppo del territorio?

Per il rilancio economico del territorio intendo avviare un ufficio di marketing territoriale, che possa creare rete, non solo tra le imprese già esistenti, ma anche con quelle che si costituiranno, proiettando contemporaneamente il Comune nelle reti turistiche ed imprenditoriali. Il turismo, per le caratteriste del nostro territorio, noto soprattutto come luogo di scienza e ricerca, è fondamentale. La città di Ettore Maiorana, la città della pace: sono due appellativi di Erice, che non possono più rimanere infissi nelle targhe, ma devono essere adesso attivati attraverso la politica. Dunque occorre dare maggiore importanza e spazio alla relazioni, collaborando in particolare con università e ricercatori.

Qual è, dunque, l’immagine di Erice, di cui vuole farsi portavoce in questa corsa verso il titolo di primo cittadino?

Più che un’immagine, voglio invece trasmettere un messaggio: un Comune che dimostra di essere in grado di costruire attivamente qualcosa, può diventare non solo un modello per altri Comuni, che non sanno delle opportunità offerte dai fondi diretti, ma può essere anche espressione del valore e dell’importanza del voto nel miglioramento del proprio territorio. Ed è questa la vera sfida, riuscire a far votare tutti gli aventi diritto: la produttività e lo sviluppo della propria terra infatti, dipende anche dall’impegno e dalla volontà di coloro che la abitano.

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