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La Sicilia delle solite facce e del futuro che arranca. Storia di una transizione difficile

giovedì 21 Settembre 2017
Leoluca Orlando
ANSA/MIKE PALAZZOTTO

Gli eroi sono stanchi. In Sicilia forse anche di più. Secondo Claudia Fava c’è quasi una diffusa paura di affrontare le piazze da parte dei politici siciliani in questa campagna elettorale, lunga e che rischia anche di essere avvelenata, che dovrà portare alla XVII legislatura dell’Ars.

Forse è così. Forse è anche peggio e la vera paura non consiste nel confronto, ma nel timore di trovare qualcuno che abbia ancora voglia di star a sentire.

Se “lo scetticismo è l’inizio di ogni saggezza” ai siciliani in questi mesi i dubbi non mancheranno e rischiamo una Sicilia saggia come mai.

Ieri la notizia della richiesta d’arresto da parte dei pm di Patrizio Cinque, sindaco 5stelle di Bagheria, coinvolto in un’indagine sui rifiuti, che il gip di Termini Imerese Michele Guarnotta ha rifiutato di convalidare, è stata un’occasione, al di là del merito delle vicende da accertare, per apprezzare la mente fredda di chi ha voluto, in un momento così centrale della vita politica siciliana, evitare pericolosi boomerang e avvitamenti senza fine sulle polemiche che tolgono spazio ai discorsi veri e alle proposte.

Non servono le strumentalizzazioni. Oggi è tempo di proposte: chiare, lineari e percepibili.

Per litigare ci sarà dopo l’intera legislatura.

Enzo Bianco

Gli eroi sono stanchi. A partire dalle facce che andranno a riempire le liste.  Molte, forse troppe, già viste. Liste pulite. A dirlo sono quasi tutti. A farlo si vedrà quando i cartelloni saranno pronti. Di certo c’è che la consumata transumanza che ha riempito le cronache con in passaggi da uno schieramento a un altro dice solo che il primo round in corso, quello dell’opportunismo e del realismo, non garantisce in partenza un buon risultato. Ma fornisce solamente una chance in più. Che non è poco.

Se diamo uno sguardo ai comunicati stampa, autentici bollettini di guerra, dei sindacati di questi giorni l’allarme riguarda le ex Province in Sicilia  sul riparto delle somme, sempre più striminzite che vengono loro assegnate, ( a rischio in particolare default Ragusa  e Siracusa) il completamento di alcune opere, come la Palermo-Agrigento , i cui lavori rischiano di fermarsi definitivamente, la mancata fusione del Cas con l’Anas, i precari lasciati per strada negli enti locali,  ma anche all’interno dell’amministrazione regionale.

Solo per citare un elenco preso mettendo insieme le prime due o tre cose che si trovano.

Gli eroi sono stanchi, infine, perché il ricambio generazionale  è complicato da far venir fuori. In parte per la pattuglia di uomini che rimane in campo con una longevità fuori dal comune, da Bianco a Orlando, da Miccichè a Cardinale. Ma in parte perché la capacità di affermarsi dal basso dei piccoli e grandi leader che dovrebbero affermarsi e crescere in Sicilia, è quasi pari a zero. E non solo perché nessuno dei vecchi big scoraggia la propria successione.

Confidiamo dunque che in questi quaranta giorni se ne possa trovare almeno uno, in mezzo alla centinaia di facce pronte a scendere in campo, che abbia tanta nuova longevità in politica, ma anche qualcosa da dire.

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