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L’Albatro, il nuovo libro di Simona Lo Iacono, a Spazio Cultura Libreria Macaione

giovedì 30 Maggio 2019
Lo-Iacono- L'albatro

Sabato 1 giugno, alle 18, allo Spazio Cultura Libreria Macaione, il Circolo di Lettura e Siciliando presentano il libro “L’albatro” di Simona Lo Iacono, Neri Pozza Editore.

Simona Lo Iacono, siracusana Doc, magistrato, oltre che grande scrittrice, ha pubblicato diversi racconti e vinto concorsi letterari di poesia e narrativa. Il suo primo romanzo, Tu non dici parole (Perrone 2008), ha vinto il premio Vittorini Opera prima; nel 2010 le sono stati conferiti il Premio Internazionale Sicilia “Il Paladino” per la narrativa e il Premio Festival del talento città di Siracusa; nel 2011 ha pubblicato Stasera Anna dorme presto (Cavallo di Ferro), con cui ha vinto il premio Ninfa Galatea ed è stata finalista al Premio Città di Viagrande; nel 2013, sempre per Cavallo di Ferro, ha pubblicato il romanzo Effatà, vincitore del Premio Martoglio e del premio Donna siciliana 2014 per la letteratura. Impegnata nel sociale, presta servizio presso il carcere di Brucoli come volontaria, tenendo corsi di letteratura, scrittura e teatro, ha fatto sua la missione, di attuare il principio rieducativo della pena sancito dall’art 27 della Costituzione.

 

Il suo nuovo romanzo, L’Albatro, racconta di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, lo straordinario autore de “Il Gattopardo”, e di un suo incontro speciale, che risale all’infanzia, con il coetaneo Antonno, amico prima, servitore poi, che, come l’albatro, il più fedele degli uccelli, segue il suo capitano sia che tiri il maestrale o giri il libeccio. Un compagno “che fa, pensa e vive al contrario” e regalerà al giovane Giuseppe Tomasi un modo “altro” di guardare alla realtà, nuovi occhi e ingressi di paesaggi inimmaginabili, perché differenti dal suo vissuto quotidiano. Una storia elegante e avvincente che scorre sullo sfondo del Novecento italiano. Giuseppe Tomasi, nato a Palermo nel 1896, da Beatrice Mastrogiovanni Tasca Filangeri di Cutò e Giulio Tomasi Principe di Lampedusa, fu un bimbo solitario, uno di quelli che preferiscono «le cose alle persone», che rifuggono la compagnia, ma che un giorno, dal nulla, vede arrivare nella sua vita Antonno, un coetaneo bizzarro, il suo opposto, che se sfoglia un libro comincia dall’ultima pagina, se vuole andare avanti cammina all’indietro e conta al contrario, provando una infinità pietà per gli zeri.

Lo-Iacono- L'albatro

Per tutto il tempo della loro convivenza non c’è verso di fargli iniziare la settimana di lunedì o di togliergli dalla testa che si nasce morendo; eppure Antonno, «l’albatro», come lui stesso si definirà, (tenacissimo, l’albatro non abbandona il capitano nemmeno nella disgrazia), è l’unico spiraglio di luce in un’esistenza altrimenti buia e solitaria, l’unica compagnia di un bambino che vede e sente più degli altri, dotato di una sensibilità particolare, che lo porterà un giorno a diventare uno dei più grandi scrittori del Novecento. Ma, all’improvviso, così come è arrivato, Antonno svanisce. Divenuto adulto, Giuseppe partecipa alla guerra del 1915-18 come ufficiale, rimanendo nell’esercito fino al 1925; dopodiché ritiratosi a vita privata, viaggerà e dimorerà per lunghi periodi all’estero, dove si dedica alla stesura di saggi e racconti che non darà alle stampe, o a Villa Vina, oggi Villa Piccolo, a Capo d’Orlando dai cugini, da parte di madre, Piccolo di Calanovella: il poeta Lucio di cui vogliamo ricordare “Canti barocchi e altre liriche”, “Gioco a nascondere” e “Plumelia”; il barone Casimiro, artista a tutto tondo conosciuto per i suoi “Acquerelli magici” e Agata Govanna, botanica di fama che creò, nella dimora che domina la cittadina, un orto botanico in miniatura. Sarà solo quando metterà mano a una storia che cova dentro di sé da tempo, il Gattopardo, (si narra che dalla sua camera nella dimora orlandina vedesse Salina e da qui la scelta del nome del protagonista del Gattopardo, Don Fabrizio Corbera, principe di Salina), che Antonno tornerà da lui e con il suo modo di fare al rovescio accenderà in Giuseppe Tomasi la consapevolezza che «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi». Un bellissimo libro da leggere e cristallizzare dentro che, sabato 1 giugno,  potrete ascoltare dalla viva voce dell’autrice.

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