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“L’eredità di Falcone e Borsellino”, a Firenze il fotoracconto dei due magistrati

lunedì 9 Gennaio 2017

La storia delle due leggende della lotta alla mafia, battaglia nella quale hanno creduto fino a perdere la vita, Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, arriva domani a Firenze, per l’inaugurazione di un liceo statale. A narrarla un racconto in 150 foto dei due magistrati simbolo della lotta alla mafia e per la legalità: è la mostra “L’eredità di Falcone e Borsellino” curata dall’Agenzia Ansa e realizzata per il Miur. La tappa fiorentina della mostra è in programma domani, martedì 10 gennaio, alle ore 15, con l’inaugurazione al Liceo Scientifico Guido Castelnuovo di Firenze, in via della Colonna, 10.

La mostra, il cui primo allestimento è stato inaugurato da Giorgio Napolitano nel 2012 in occasione del 20/o anniversario delle stragi di Capaci e di Via D’Amelio, è itinerante e destinata a toccare 20 scuole in altrettanti capoluoghi di regione. La storia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, dall’adolescenza a Palermo, all’ingresso in magistratura, dalla nascita del “Pool antimafia” al maxiprocesso e le stragi del ’92, è tutta nel percorso di immagini integrate, nei pannelli espositivi, da riproduzioni di notizie dell’Ansa relativi ai fatti e personaggi presi in considerazione. Il progetto ha l’obiettivo principale di far conoscere ai tantissimi giovani, che in quegli non erano ancora nati, chi erano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e cosa accadde nel 1992.

L’iniziativa vuole essere un tentativo di trasferire ai ragazzi quei valori che incarnavano due grandi uomini dello Stato che hanno sacrificato la loro vita in nome della legalità. Si tratta di un vero e proprio “percorso di educazione alla legalità” che può contribuire a combattere le mafie e l’illegalità a partire dai banchi di scuola. La mostra è corredata da un documentario, realizzato dal responsabile della redazione siciliana dell’Ansa, Franco Nuccio, in collaborazione con il fotoreporter Giuseppe Di Lorenzo, che racconta i vari capitoli della vita dei due magistrati attraverso le testimonianze delle persone che li hanno conosciuti più da vicino: le sorelle Maria Falcone e Rita Borsellino, i magistrati Leonardo Guarnotta, Giuseppe Ayala e Antonio Ingroia, i giornalisti Felice Cavallaro e Francesco La Licata e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.

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