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Morbillo, vaccinazioni in calo e aumenta il rischio epidemie in Sicilia. Il dirigente: “Situazione potenzialmente pericolosa”

lunedì 20 Marzo 2017

Diminuiscono le vaccinazioni in Sicilia e aumenta il rischio della diffusione di epidemie, nella fattispecie quella che riguarda il morbillo. Una preoccupazione scoppiata alcuni giorni fa con la diffusione dei dati a livello nazionale (+230%) e confermata a livello regionale da Ignazio Tozzo. Il dirigente generale del Dipartimento della Regione Siciliana per le Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico ha dichiarato all’AdnKronos: “non parlerei di una situazione grave ma di una potenzialmente pericolosa. Bisogna sempre tenere presente che fin quando la quota prevalente della popolazione è vaccinata i virus hanno più difficoltà ad attecchire, quando questi numeri calano basta un contatto sbagliato e si possono scatenare epidemie”.

Secondo le ultime rilevazioni, nel 2016 in Sicilia la media regionale delle vaccinazioni si è abbassata all’81,1%, ben al di sotto del 95% considerato livello ottimale per garantire il cosiddetto “effetto gregge”, ovvero copertura grazie alla quale anche i non vaccinati possono considerarsi al sicuro. Per Tozzo “fare previsioni è impossibile – ma avverte – la gente dimentica che anche di morbillo si muore, esattamente come è successo con la meningite”.

 

La situazione è problematica in tutte le province dell’Isola. Come ha spiegato sempre all’Adnkronos il dirigente del Servizio Epidemiologia Mario Palermo “il calo della media regionale delle vaccinazioni contro il morbillo è legato soprattutto al calo delle vaccinazioni nelle Asp di Messina, Catania e Siracusa.

Ecco il dettaglio: a Messina nel 2016 la copertura è stata del 69,5%, a Catania il 76,6% e a Siracusa il 78,8%. Vanno meglio Trapani (83,7%), Caltanissetta (84%), Ragusa (84,9%), Palermo (85,7%) e Agrigento (87,2%). Ad Enna, invece, le vaccinazioni anti morbillo hanno raggiunto la percentuale del 90,8. Nella città dello Stretto, sottolinea il dirigente, il “dato si ripete da quattro-cinque anni”. Le vaccinazioni, continua Palermo, “scontano il dramma di una parte della popolazione che è ancora convinta che ci sia qualche correlazione fra il vaccino per il morbillo e l’autismo e, ancora più grave, dell’informazione errata fornita da alcuni pediatri che avallano queste posizioni”. Per questi ultimi casi la Regione si è già attivata affinché i pediatri che ‘sconsigliano’ i vaccini siano segnalati all’Ordine dei Medici per eventuali provvedimenti.

 

“Il morbillo è una malattia che si diffonde rapidamente – spiega il dirigente del Servizio Epidemiologia – basta che ci sia un caso e chi non è stato vaccinato viene contagiato. Per questo le vaccinazioni sono fondamentali. L’ultima grossa epidemia di morbillo in Sicilia risale al 2009-2010, nelle province di Messina e Catania. Le persone contagiate furono circa 1.400 e per la maggior parte si trattava di giovani adulti. Nel 2016 i casi di morbillo sono stati 48: il ‘primo malato’ è stato registrato a Castelvetrano, in provincia di Trapani, e da lì il virus si è diffuso nel trapanese e nelle province di Agrigento e Palermo. “Quest’anno abbiamo già 30 casi di morbillo in provincia di Messina – racconta Palermo – e ancora non siamo entrati nel periodo di massima diffusione del virus che è fra la primavera e l’estate”.

Il primo caso è stato quello di un medico residente a Catania e in servizio presso l’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina). “Sono le due province che da anni fanno registrare le percentuali di vaccinazione più basse – aggiunge – e per le quali nutriamo preoccupazioni per quello che può accadere quest’estate”.

 

Anche in questo caso, ad essere contagiati sono stati soprattutto giovani adulti. “Si tratta di soggetti che non avevano fatto il vaccino o che dopo la prima dose non hanno fatto il richiamo – spiega il dirigente del Servizio Epidemiologia – E’ importante invece ricordare che la prima dose non assicura una copertura dal virus, per questo la Regione ha scelto di garantire a tutti i soggetti, indipendentemente dalla fascia di età, la possibilità di vaccinarsi gratuitamente”. La prevenzione della Regione punta anche sulla competenza e efficienza dei centri vaccinali. “I centri sono senza personale e questo ha delle ripercussioni sulla qualità dei servizi offerti all’utenza”, conclude Palermo. Per questo abbiamo pensato di utilizzare i medici specialisti, come è stato fatto per la campagna di vaccinazione antinfluenzale, e abbiamo anche ottenuto la disponibilità di alcuni pediatri ad effettuare i vaccini nei centri, garantendone in questo modo l’apertura anche nel pomeriggio”.

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