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Morti sul lavoro: a Palermo in aumento nel 2018 rispetto al 2017

mercoledì 30 Gennaio 2019
morti sul lavoro

I dati relativi agli incidenti sul lavoro accaduti nel 2018 e resi noti dall’Inail, evidenziano nel territorio nazionale una situazione drammatica; confrontati con i dati stimati nel 2016 e nel 2017, mostrano una pericolosa tendenza all’aumento in quest’ultimo triennio.

Considerando solo le denunce con esito mortale, si contano 1018 morti bianche nel 2016, 1029 nel 2017 e ben 1133 nel 2018.

Da una prima analisi emerge una preoccupante progressione a livello nazionale delle donne vittime di infortunio sul lavoro nonostante il calo dell’occupazione femminile segnalato dall’Istat: 97 lavoratrici morte nel 2016, 102 nel 2017, 104 nel 2018”, dichiara Michelangelo Ingrassia, presidente del Comitato consultivo provinciale Inail di Palermo.

Michelangelo IngrassiaA Palermo”, aggiunge Ingrassia, “si delinea un quadro decisamente critico; nella Metropoli, infatti, si registra una diminuzione delle denunce d’infortunio che dai 6116 casi del 2017 scendono ai 6093 casi del 2018; tuttavia sono contemporaneamente aumentate le denunce d’infortunio con esito mortale, che dai 13 casi registrati nel 2017 salgono ai 15 del 2018”.

Ingrassia annuncia che nelle prossime settimane il Comitato consultivo provinciale dell’Inail di Palermo analizzerà ulteriormente i dati. “Tuttavia trova già conferma quanto abbiamo più volte segnalato, nel corso del 2018, con le nostre delibere e i nostri documenti: è necessario ripensare il sistema prevenzionale dell’Istituto, indirizzando i flussi finanziari in direzione di una più efficace presenza di strutture sul territorio e investendo su una metodologia della ricerca che intervenga sui cicli lavorativi negli uffici, nei cantieri, nelle fabbriche, nei campi”.

Per Ingrassia, intervenire sui cicli lavorativi “significa ridurre i carichi di lavoro, evitare la logica della esternalizzazione e degli appalti e subappalti, rallentare i tempi di consegna, rendere sereno il lavoro garantendo per esempio la certezza del salario e la stabilità del lavoro, ricordare che il lavoratore è innanzitutto una persona”.

Occorre, insomma, conclude Ingrassia, “una coraggiosa svolta culturale che riponga al centro la questione del “come produrre” lavoro; anche perché il 2019 non promette nulla di buono, considerato che sono già 45 i caduti sul lavoro registrati dall’Osservatorio indipendente di Bologna”.

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