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Non è un Paese per pendolari: 11 ore da Trapani a Siracusa, il dossier vergogna in Sicilia

giovedì 31 Gennaio 2019
pendolaria

Parafrasando il titolo di un noto film dei fratelli Coen, questo “Non è un Paese per… pendolari“. Il dossier annuale “Pendolaria” di Legambiente (SCARICA QUI IL PDF) scatta un’istantanea impietosa sull’arretratezza infrastrutturale della Sicilia.

«Al Sud i treni sono più lenti, sia per problemi infrastrutturali sia perché circolano treni vecchi e non più adatti alla domanda di mobilità. Muoversi da una città all’altra – scrive Legambiente Sicilia – su percorsi sia brevi che lunghi, obbliga a viaggi di ore e a dover scontare numerosi cambi obbligati anche solo per poche decine di chilometri di tragitto, mentre le coincidenze e i collegamenti intermodali rimangono un sogno.

Alcuni esempi? Ragusa e Palermo dove ormai solo 3 collegamenti al giorno effettuano il percorso tutti con un cambio impiegando quasi 4 ore e mezza per arrivare a destinazione, in peggioramento rispetto alle 4 ore di due anni fa ed una situazione che rimane emblematica della condizione del trasporto ferroviario in questa regione.

Un caso estremo è quello per cui chi si sposta tra i due estremi dell’Isola ha solo tre possibilità per spostarsi da Siracusa a Trapani. Il collegamento più “veloce” ci mette 11 ore e 10 minuti, con tre cambi».

In pratica è una Italia divisa in due. Drammatica resta la situazione del numero di coloro che viaggiano sui treni in Sicilia, dove «si è passati da 50.300 a 37.600 (dal 2009 ad oggi), in una Regione con 5 milioni di abitanti e grandi spostamenti pendolari».

Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia
Gianfranco Zanna

Al Sud storicamente circolano meno treni, ma in questi anni sono diminuiti ancora per i tagli ai regionali e agli intercity. Per fare un esempio, «ogni giorno le corse dei treni regionali in tutta la Sicilia sono 428 contro le 2.396 della Lombardia».

«Ancora una volta il rapporto Pendolaria – dichiara il presidente di Legambiente Sicilia, Gianfranco Zannafotografa una situazione drammatica. Solo due i dati positivi, l’arrivo di nuovi treni e la metro di Catania. Ancora poco. Mentre il resto dell’Italia viaggia su rotaia, in Sicilia continuiamo a mortificare pendolari, passeggeri e turisti. Se vogliamo davvero cambiare il nostro stile di vita occorre investire sulle ferrovie. Sempre più persone, infatti, preferirebbero il treno all’auto o al pullman, ma in Sicilia la strada è ancora tutta in salita».

 

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