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Per Martelli, nel ’92 lo Stato diede un segnale di disponibilità alla mafia togliendo centinaia di boss dal carcere duro

martedì 6 Giugno 2017

“Credo che la verità intera sul piano politico sia stata spalancata dalle dichiarazioni dell’ex Ministro della Giustizia Giovanni Conso che mi succedette. Disse ‘volevamo dare un segnale di disponibilità all’ala moderata di Cosa nostra di Provenzano per fermare nuove stragi e per questo sono stati tolti dal 41 bis alcune centinaia di mafiosi‘. Questo è stato un cedimento da parte dello Stato, giustificato dal timore di nuove stragi”.

Lo ha detto l’ex Ministro della Giustizia Claudio Martelli a Villa Filippina a Palermo in occasione dell’incontro dal titolo “La verità di Falcone. Non più segreti gli atti del Csm”.

“Ma questo fu un errore politico – aggiunge – perché non si dà a Cosa nostra la sensazione di avere paura. Tutto questo non bloccò le stragi che furono invece esportate a Firenze, Milano e Roma. Riina intercettato disse ‘bisogna dare un altro colpettino’. Insomma fu una strategia politica fallimentare” afferma ancora Martelli.

“La decretazione degli atti del Csm è enormemente importante, questi atti sono in rete. Ciascuno può leggere le parole di Falcone e farsi un’idea di lui come investigatore. Ma soprattutto si può capire la sua onestà intellettuale quando rifiuta di usare dichiarazioni di pentiti per generare indagini clamorose, pensando che quelle dichiarazioni non fossero fondate”, conclude Martelli.

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