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Pesca, Sottosegretario incontra Cda azienda Castiglione. I sindacati: “Salvare la tonnara di Favignana”

sabato 1 Giugno 2019
tonno

“Questa mattina ho incontrato, insieme ai parlamentari Francesco Mollame e Antonio Lombardo, il CDA dell’azienda storica Castiglione. Oggetto dell’incontro le vicende che hanno visto l’attribuzione delle quote tonno 2019 nella specie per la tonnara di Favignana“. Lo dice il sottosegretario per i rapporti con il Parlamento, Vincenzo Santangelo.

“Siamo venuti a conoscenza di tutti gli atti e i sacrifici compiuti dall’azienda Castiglione, eccellenza del territorio nel settore, che dopo anni dismissione, ha deciso a novembre di riprendere la pesca del tonno rosso, un’attività fortemente legata alla tradizione e cultura non solo delle isole trapanesi, ma di tutto il territorio siciliano. Purtroppo – aggiunge Santangelo (M5S) – le condizioni stabilite con il decreto emanato in questi giorni dal sottosegretario alle politiche agricole, Franco Manzato, per l’assegnazione delle quote di pesca di questa specie protetta non consentono effettivamente a questa tonnara di piazzarsi nuovamente sul mercato.

Per questo motivo – prosegue – incontreremo già la prossima settimana la parte tecnica e politica di questo dicastero per lavorare a soluzioni concrete che permettano a questo importante stabilimento di tornare a mantenere l’importante funzione socio-economica nel territorio e soprattutto i suoi valori identitari-culturali, tutto nel rispetto delle normative comunitarie la sua storica attività. La Tonnara di Favignana deve tornare ad essere il fiore all’occhiello nella pesca del tonno rosso nel Mediterraneo“.

L’imprenditore Nino Castiglione due anni fa, per non perdere i diritti acquisiti, ha investito 700 mila euro nella tonnara a Favignana: “Contavamo di ottenere 100 tonnellate o, nella peggiore delle ipotesi, 70; invece la quota assegnata dal ministero è di 14 tonnellate. Non voglio fare polemica, dico solo che, se questo è il metodo della politica per sviluppare il Mezzogiorno, possiamo chiudere bottega”. In queste ore, “con grande dispiacere e profonda amarezza, nelle Egadi sono in corso le operazioni di sospensione dell’intera operazione”, aggiunge. “Il calo della tonnara coinvolge, oltre l’indotto, 40 unità lavorative, nonché l’impiego di imbarcazioni e reti. Per calare la tonnara – ribadisce l’imprenditore – abbiamo dovuto affrontare una sfilza di pastoie burocratiche, che ci hanno rubato tempo e denaro. Adesso la doccia gelata“.

Nino Castiglione è sconfortato: “Un imprenditore che investe centinaia di migliaia di euro ha piena consapevolezza dei rischi che corre, ma può sopportare i rischi imprenditoriali, non quelli di una politica incapace di sostenere chi decide di creare sviluppo e salvaguardare le tradizioni di un territorio. Ho commesso un solo errore – prosegue – credere nella buona fede di chi ha la responsabilità di creare tutte quelle condizioni che possano consentire al mondo imprenditoriale di investire, cioè la politica”.

L’imprenditore sta ricevendo numerose telefonate di politici: “Io non appartengo a nessuno, sono qui e attendo un ripensamento della ripartizione delle quote; il danno economico, però, è già compiuto. Abbiamo deciso di dismettere la tonnara, perché non si possono buttar via centinaia di migliaia di euro in assenza di certezze. Per quest’anno chiudiamo i battenti”. “Ci avevamo creduto – conclude Castiglione – ma ci siamo sbagliati”.

Intanto la Flai Cgil Sicilia e di Trapani si schierano a difesa della tonnara di Favignana chiedendo la rivisitazione del decreto sulle quote che ha assegnato solo 14 tonnellate di tonno all’impianto siciliano.

“Con il ritiro annunciato dell’azienda Castiglione, che ha investito sulla tonnara e che con queste quote non sarebbe in grado né di recuperare le spese né di reggere i costi – scrivono in una nota i segretari generali delle due strutture Alfio Mannino e Giacoma Giacalone – si perderebbero una importante e storica realtà produttiva della Sicilia, produzioni di eccellenza e 80 posti di lavoro. Questo è inaccettabile – aggiungono – e ci sembra del tutto in linea con una politica leghista che chiude prima i porti poi le aziende siciliane”.

La Flai chiede dunque all’Assessorato regionale all’Agricoltura e Pesca di sollecitare l’immediata convocazione di un tavolo ministeriale per risolvere un problema che “con la chiusura della tonnara determinerebbe una nuova crisi produttiva e sociale in una realtà già in difficoltà come la provincia di Trapani”.

Anche il presidente del Distretto della Pesca e Crescita Blu, Nino Carlino, ha espresso solidarietà all’azienda Castiglione: “Il Distretto della Pesca manifesta la propria vicinanza all’azienda Nino Castiglione ed auspica che, attraverso una seria interlocuzione fra il Ministero e la Regione Siciliana, si possa trovare una soluzione per la riapertura della Tonnara di Favignana al fine di evitare sia un gravissimo danno economico all’Azienda trapanese, che rappresenta una delle maggiori eccellenze dell’agroalimentare Siciliano, e di tutelare il lavoro di quanti operano nell’impianto sul quale, dopo l’affidamento della gestione, la stessa Azienda ha molto investito”.

L’assessore alle Attività produttive della Regione siciliana Mimmo Turano aggiunge: “Le quote individuali di cattura di tonno rosso assegnate dal ministero sono uno schiaffo insopportabile al territorio, ai pescatori e agli imprenditori che coraggiosamente avevano deciso di rilanciare la tonnara di Favignana. Il governo nazionale non può far finta di niente, auspico che il ministro Centinaio convochi nella maggiore delle isole Egadi un tavolo tra istituzioni e comparto per ridiscutere totalmente le quote di pescato comunitarie e nazionali. Abbiamo bisogno – sottolinea Turano – di riaprire la discussione in Europa sulle quote tonno ed anche di avviare una revisione della ripartizione delle quote tra le diverse modalità di pesca che attualmente avvantaggiano le cosiddette ‘tonnare volanti’ a discapito di quelle fisse o con palangaro, e quelle che riguardano i singoli pescatori che attualmente vedono delle ripartizioni che impediscono di vivere dignitosamente.

turano

È inconcepibile che una regione come la nostra debba affidarsi ad un ricorso per tutelare diritti storici e un’economia basata sul mare. L’inerzia del governo nazionale su questo tema, l’atteggiamento pilatesco del ministero che ha portato all’umiliazione del nostro territorio, dei nostri pescatori e delle nostre aziende non sono più tollerabili – conclude – Il ministro e il sottosegretario vengano in Sicilia ad affrontare la questione, dimostrino che vogliono tutelare veramente il lavoro e la vita dei siciliani e non gli interessi di altri”.

 

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