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Pilotavano gli appalti per Messina Denaro. Arrestati imprenditore e geometra a Castelvetrano [Video]

mercoledì 14 Dicembre 2016

Arresti e perquisizioni per alcuni degli uomini-cassaforte del boss latitante Matteo Messina Denaro. Stamane i carabinieri del Nucleo Investigativo e del Ros hanno arrestato Rosario Firenze, imprenditore di 45 anni originario di Castelvetrano, ed il suo geometra di fiducia, Salvatore Sciacca, finito ai domiciliari. Si tratta dell’operazione “Ebano”, coordinata dalla Dda di Palermo, che trae spunto da numerosi elementi investigativi emersi nel corso di altre inchieste giudiziarie. Firenze era un imprenditore a disposizione del clan. A dirlo era stato Lorenzo Cimarosa (in foto in basso) che dall’arresto avvenuto durante l’operazione Eden nel dicembre 2014, ha iniziato a collaborare con i magistrati.

L’accusa è di associazione a delinquere di tipo mafioso, fittizia intestazione di beni, turbata libertà degli incanti aggravata dal metodo mafioso e trasferimento fraudolento di beni. Nell’indagine condotta dal procuratore aggiunto della Dda di Palermo Teresa Principato e dei sostituti Francesco Grassi, Carlo Marzella e Maurizio Agnello, sono coinvolte altre persone. Quattro gli indagati, tra cui i due fratelli di Rosario Firenze, Giovanni e Massimiliano di 44 e 41 anni e due funzionari del comune di Castelvetrano che, alcuni mesi fa, era stato commissariato per mafia in seguito al reintegro in consiglio di Lillo Giambalvo. Inoltre il gup Nicola Aiello ha disposto il divieto ad esercitare attività imprenditoriale nei confronti dei presunti prestanome di Firenze, Giacomo Calcara, 38 anni, Benedetto Cusumano, 68 anni, Fedele D’Alberti 41 anni e Filippo Tolomeo, 38 anni. I carabinieri inoltre hanno messo i sigilli alla “Firenze Massimiliano Sas”, “Concordia Costruzioni”, Multicostruzioni soc” e a beni per il valore di 6 milioni di euro.

lorenzo-cimarosaFirenze secondo Cimarosa era “il compare di Anna Patrizia Messina Denaro, la sorella di Matteo e a lei consegna i soldi” e in quei giorni l’assessorato all’energia revocava un autorizzazione alla «Firenze Vincenzo srl» di Castelvetrano, di cui socio era socio l’uomo. Anche la Prefettura di Trapani emesse un interdittiva antimafia per l’imprenditore che «ha battezzato il figlio» della sorella del latitante e dava loro posti di lavoro. Il rapporto tra i due era emerso durante il processo di primo grado svolto dinanzi al tribunale di Marsala che ha condannato Patrizia Messina Denaro a 13 anni di carcere.

Firenze, nonostante il provvedimento interdittivo emesso dalla Prefettura di Trapani tempo fa, era riuscito, attraverso la fittizia intestazione delle società ai fratelli, a partecipare alle gare d’appalto per l’assegnazione dei lavori pubblici come la realizzazione della condotta fognaria di via Maria Montessori, la manutenzione ordinaria di strade e fognature comunali nel 2014 e la demolizione di fabbricati fatiscenti all’interno dell’ex area autoparco comunale di Piazza Bertani. Gli investigatori durante le intercettazioni hanno ricostruito la capacità di condizionare le gare d’appalto grazie alle relazioni che Sciacca riusciva a intrattenere negli uffici comunali, che stamane sono stati perquisiti dai militari dell’Arma.

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