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Primarie Pd, 100 mila alle urne ma la Sicilia mette il freno a Matteo Renzi

lunedì 1 Maggio 2017
Matteo Renzi

Le primarie del Pd, in Sicilia vedono la vittoria di Matteo Renzi, che però non va oltre il 62 per cento, mentre i suoi sfidanti complessivamente si attestano di poco sotto al 40 per cento.
In Sicilia il trend dei renziani è negativo, perché la sua mozione porta a casa dieci punti in meno rispetto al dato nazionale. E questo, nonostante a favore dell’ex premier fosse sceso in campo anche Antonello Cracolici, che ha conteso a Faraone il primato su chi fosse in Sicilia più renziano fra i renziani. Vecchi e nuovi.
A Palermo i sostenitori di Renzi ottengono il 70 per cento, seguiti da Orlando al 20 e dal governatore della Puglia Michele Emiliano al 10, mentre se si somma anche la provincia, l’ex presidente del Consiglio scende al 60,5, seguito da Emiliano al 24,26 per cento e Orlando al 15,16. In questo dato deve aver pesato la forza del capolista Beppe Lumia. Emiliano, poi, arriva primo a Bagheria, dove batte ampiamente gli altri due candidati. 
Messina si conferma il miglior risultato della componente Emiliano in Sicilia conquistando la percentuale del 25,75% , in particolare in provincia, dove c’è uno dei migliori risultati nazionali per Emiliano. Qui, esponenti di punta come Francesco Calanna e Giuseppe Antoci avevano scelto di sostenere proprio Michele Emiliano. Bene anche ad Agrigento, dove Emiliano arriva secondo, probabilmente grazie all’impegno profuso dall’assessore Mariella Lo Bello, anche lei sostenitrice del governatore pugliese. 
Successo del governatore pugliese anche a Caltanissetta, dove ottiene 530 preferenze contro le 524 di Renzi e le 307 del ministro della Giustizia Orlando. Qui, l’annunciato effetto Cardinale non ha prodotto alcun valore aggiunto sulla componente Renzi, come invece ci si aspettava.
Anche su Catania e provincia per Renzi il risultato non è stato esaltante. In favore dell’ex premier c’era un nutrito schieramento, composto da varie anime del partito, da Bianco a Michela Giuffrida e nonostante ciò il risultato è stato ben al di sotto delle aspettative.
Sul voto pesa poi la “macchia” di Gela, dove le primarie sono state annullate dal Partito nazionale per presunti brogli.
In definitiva, in Sicilia, secondo i dati diffusi dal Pd avrebbero votato oltre 100 mila elettori. Un dato che fa ben sperare i sostenitori dei Dem, anche se dai risultati qualche riflessione viene fuori: e cioè, avviene che leader e uomini forti come Cardinale, Faraone o Crisafulli non sono più in grado di mobilitare grandi masse di elettori e simpatizzanti come un tempo e alla lunga, il loro effetto sul partito rischia di essere divisivo e non unitario. L’altro dato è che, dopo la Puglia, la Sicilia è la regione italiana in cui la lista di Michele Emiliano ha preso più voti.
Tutto questo pesa e non poco alla vigilia di una difficile campagna elettorale in vista delle Regionali, che vede un Pd incerto non soltanto sul candidato da opporre ai Cinquestelle e al centrodestra, ma sul metodo per sceglierlo: divisi come sono i suoi big fra chi chiede le primarie per individuare il candidato governatore e chi vorrebbe un accordo fra correnti.
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