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Renzi …ancora tu …ma non dovevamo vederci più?

lunedì 27 Novembre 2017
renzi

E già, cari amici, Renzi nel fine settimana è stato lì alla Leopolda come se nulla fosse successo in questi ultimi anni, come se nulla fosse cambiato.

Questa l’ha chiamata Leopolda 8, indicata come l’ottava. Lui dice perché bisogna lottare, io mi diverto a tradurla diversamente “che la probabilità che le sue promesse si avverino è la stessa di fare una cinquina al Lotto”…

Andiamoci con ordine.

Tutto ebbe inizio il 5 novembre del 2010 con la prima Leopolda, per chi se lo ricorda quella della rottamazione, per finire con questa del novembre 2017 quella della “lotta” (diciamo).

Cosa è successo in questi otto anni?Chi si ricorda di Mina e Alberto Lupo, prego i più giovani di documentarsi, ricorderà il loro più grande successo “Parole, parole, parole”. Ecco queste otto Leopolde e conseguenti governi a guida diretta o indiretta renziana ci hanno riempito di parole.

E i fatti renziani?

Ci sono stati eccome, ne cito alcuni, quelli che più ricorrono nei commenti degli italiani: la Buona Scuola, il Job Act, l’abolizione articolo 18, il patto del Nazareno con Berlusconi, l’alleanza con Alfano e Verdini, il referendum per mantenere le Trivelle nei nostri mari e infine, la nuova legge elettorale, il Rosatellum, quello, per intenderci, che elimina le preferenze e lascia alle segreterie dei partiti la scelta dei candidati.

A voi il giudizio, e mi raccomando vietate le parolacce ed i gestacci!

Alcune malelingue parlano di un Renzi poco affidabile e bugiardo. Vergognatevi. Io penso che cambiare idea non sia così sbagliato. E poi per cosa? Ah già, aveva detto che se avesse perso si sarebbe ritirato dalla politica ed è ancora lì. Poi diceva “mai con Berlusconi” ed ecco il patto del Nazareno. E va bene, aveva pure detto “ogni elettore una preferenza così ogni cittadino potrà scegliere il suo candidato” ed eccoti il Rosatellum.

Insomma qualche errore di valutazione lo ha pure fatto, però non esageriamo, però è un grande leader, su questo cosa avete da dire?

Comeeee?

O Santo Cielo, solo perché Prodi non è diventato Presidente  della Repubblica, tradito certamente, ma non è detto che sia stato lui, #enricostaisereno perché, diceva Renzi, io mi candiderò a Premier solo dopo regolari elezioni e Letta resterà al suo posto, cavolo anche questo è vero, e poi la scissione e un partito diviso e lacerato da odi e rancori. Un vero leader unisce non divide, però almeno qualcosa ha rottamato!  Su questo nessuno può dire nulla, Renzi e i renziani almeno questo impegno lo hanno mantenuto, la rottamazione c’è stata, hanno rottamato il PD.

Certo, anche la sorte non è stata favorevole, con Renzi il PD ha perso il referendum, ha perso i sindaci di tante città importanti, tra le quali Roma, Napoli, Genova e Torino, abbiamo perso l’agenzia europea del farmaco, e pure l’Italia ai Mondiali di calcio ci ha fatto perdere, ma dai come se in campo ci fosse sceso Renzi, non accetto minimamente e rifiuto la stupida diceria che Renzi porti …chiudiamola qui… e fatemi toccare un corno o un ferro di cavallo.

Ma a noi sicilianicos’è rimasto di questi anni (non ottanta) renziani? Tantissime cose, qui vi volevo!

Partiamo dal 2010 . Cosa è successo? Il governo Lombardo quater. Tutti noi ricordiamo il governo del Presidente Raffaele Lombardo di Grammichele in provincia dì Catania, ecco quello era con il sostegno del PD.

Poi chi non ricorda la nomina dell’onorevole Ernesto Carbone a commissariodel PD di Messina ed Enna. Carbone? Ma certamente quello che disse Ciaone agli sconfitti del referendum sulle Trivelle. Con enorme generosità Renzi lo mandò in Sicilia per sistemare le cose in queste due città, infatti a Messina adesso, anche se le percentuali sono drammaticamente  basse, c’è pace dentro il partito …speriamo per loro che non si tratti di pace eterna. Invece a Enna grandi numeri. Ricordo alla Leopolda un Pif che dal palco parlava di Crisafulli come il male in persona e tutti i renziani ad applaudire, pronti a rottamare il Wladimiro.

E poi? Lasciamo perdere, andiamo avanti. Lo volete proprio sapere? Va bene!

Al referendum abbiamo visto le foto di Faraone e Crisafulli insieme sorridenti e uniti per il sì, e alle ultime regionali il PD ha conquistato un seggio anche con i voti di chi? Ebbene sì, di Wladimiro Crisafulli. Poi vedremo chi tra il PD e Crisafulli è stato rottamato.

Insomma un grande lavoro quello di Carbone, non lamentiamoci.

Poi, con La Buona Scuola, qualche centinaio di professori ha dovuto lasciare la Sicilia con figli e famiglia per andare al Nord, chiamiamolo Bonus viaggi e diciamo grazie.

E che dire del grande lavoro di Fausto Raciti e Davide Faraone? Per mesi e mesi a girare la Sicilia per allargare il consenso del partito con nuove e giovani acquisizioni nel vero segno della rottamazione. Alleando il partito dell’onorevole Totò Cardinale, Sicilia Futura, Ruggirello da Trapani, Sammartino e Sudano da Catania e tanti altri big .

Certo, tanti sono andati via ed il partito si è un po’ democristianizzato perdendo un po’ di centrosinistra e sinistra, ma ogni Rinnovamento con la erre maiuscola ha il suo prezzo. I militanti del PD, quelli rimasti, dovrebbero ringraziare di queste acquisizioni. Continuiamo con il Governo di Rosario Crocetta da Gela. Cinque anni di successi targati PD, non da soli però. È giusto ricordare tutti i protagonisti, il Nuovo centrodestra di Alfano, i centristi di D’Alia, Sicilia Futura, Sicilia Democratica ed il Megafono. Il PD era presente con tutte le aree, i Renziani, Areadem di Franceschini, l’area di Orfini e del ministro Orlando.

Cinque anni di successi, mica chiacchere.

Poi la genialata, complimenti a chi ha avuto l’idea, di eliminare simbolo e partito dalle elezioni del comune di Palermo. Capisco la richiesta del sindaco Orlando, lui, che di politica ne mastica da sempre e la sa fare, ci prova e i dirigenti e luogotenenti del PD accettano. Parliamo della quinta città d’Italia, mica di un paesino di cento abitanti sperduto nelle foreste amazzoniche .

Infine l’ultima, ad oggi, delle perle dell’era renziana. La candidatura a presidente della regione del rettore dell’Università degli studi di Palermo Fabrizio Micari.

Una persona per bene, gettata in pasto a liti e divisioni, cambi di casacca, liste misteriosamente scomparse, Messina e Siracusa assenti chissà perché dalla lista del presidente, sostenitori e big che pensano più a darsele tra di loro che agli avversari, tante assenze ingiustificate e dichiarazioni inverosimili dai big che invece dovevano sostenerlo tipo Matteo Renzi che alla vigilia del voto dichiara “vinca il migliore”. Da sottolineare l’analisi post sonora sconfitta dell’onorevole Faraone che in TV non trovò di meglio che dichiarare che al Presidente del Senato Pietro Grasso era mancato il coraggio di candidarsi. Forse uno dei pochi, Grasso, che aveva capito in quale casino volevano trascinarlo e rinunciò, pensando da buon siciliano “a mia vuliti futtiri?”

Ecco, questa è una parte della storia di Renzi in Italia ed in Sicilia.

Ed è quella dei renziani, quelli che credevano nella rottamazione, quelli che credevano in una legge elettorale con la possibilità di scegliersi il candidato, quella che credeva che il mare non si deve più offendere con le trivelle, quella che credeva che dovesse prevalere il merito di tutti e non solo degli amici del giglio magico e non dei  renziani dell’uomo solo al comando, dei renziani che irridono gli scissionisti invece di capire il dramma che sta accadendo in chi credeva e crede in certi valori, dei renziani yesman e yeswomen che deploravano i fighetti degli altri partiti e adesso li imitano tristemente nella speranza di una candidatura o di un sottogoverno.

Questa è la storia di una Sicilia ancora una volta mortificata da promesse di uomini e ominicchi, di capi e luogotenenti, di gente che crede nei valori e di agnelli e papere senza valori che invece seguono il gregge.

Soffermandoci in casa nostra, a mio avviso in Sicilia il mondo renziano ha palesemente fallito. E sarebbe un buon inizio rottamare coloro che ne sono stati causa. Sbagliare è umano, ma perseverare…

Prendo in prestito da Niccolò Machiavelli “Il primo modo per valutare l’intelligenza di un principe è vedere di quali uomini si circonda”.

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