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Sea Watch, Salvini: “Ok allo sbarco, ma poi li mandiamo in Olanda o Germania”

martedì 29 Gennaio 2019
salvini
FOTO ANSA

“Sbarco degli immigrati? Solo se prenderanno la via dell’Olanda, che ha assegnato la bandiera alla Sea Watch, o della Germania, paese della Ong. In Italia abbiamo già accolto, e speso, anche troppo”. Lo dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Il vicepremier in una lettera al Corriere della Sera in apertura di prima pagina, poi affronta il caso della nave Diciotti e dell’autorizzazione a procedere in valutazione del Parlamento: quella per la nave Diciotti è stata una decisione presa “nell’interesse pubblico”, per questo “va negata l’autorizzazione ai giudici”, scrive Salvini.

“La mia vicenda giudiziaria è strettamente legata all’ attività di ministro dell’Interno e alla ferma volontà di mantenere gli impegni della campagna elettorale”, evidenzia il leader della Lega citando i dati su sbarchi e rimpatri. “Non rinnego nulla e non fuggo dalle mie responsabilità di ministro. Sono convinto di aver agito sempre nell’interesse superiore del Paese e nel pieno rispetto del mio mandato. Rifarei tutto. E non mollo“.

sea watch“La valutazione del Senato è vincolata all’accertamento di due requisiti (ciascuno dei quali di per sé sufficiente a negare l’autorizzazione): la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante o il perseguimento di un preminente interesse pubblico”, spiega Salvini. “Il Senato non è chiamato a giudicare se esista il fumus persecutionis nei miei confronti dal momento che in questa decisione non vi è nulla di personale”. Infatti, prosegue il vicepremier, “i giudici mi accusano di aver violato la legge imponendo lo stop allo sbarco, in virtù del mio ruolo di ministro dell’Interno”.

“Dopo aver riflettuto a lungo su tutta la vicenda, ritengo che l’autorizzazione a procedere debba essere negata. E in questo non c’entra la mia persona. Innanzitutto il contrasto all’immigrazione clandestina corrisponde a un preminente interesse pubblico, posto a fondamento di precise disposizioni”, sottolinea il leader della Lega. “In secondo luogo, ci sono precise considerazioni politiche. Il governo italiano, quindi non Matteo Salvini personalmente, ha agito al fine di verificare la possibilità di un’equa ripartizione tra i Paesi dell’Ue degli immigrati a bordo della nave Diciotti. Questo obiettivo – conclude – emerge con chiarezza dalle conclusioni del Consiglio europeo del 28 giugno del 2018”.

E sul Caso Diciotti il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, dice che il Governo non rischia di saltare: “È stato Salvini, mi pare, a chiedere di andare in giudizio. Non è un processo a lui e non sarà un processo al Governo, perché sarà il Governo stesso a dire in modo compatto che quella era una decisione collegiale di tutto l’esecutivo“, dice in un’intervista al Corriere della Sera in cui non risparmia attacchi alla Sea Watch.

Toninelli

“Un governo serio e rigoroso sta rispondendo ai ricatti di una Ong che viola i trattati internazionali e che peraltro si muove in modo da farsi pubblicità e ottenere più finanziamenti”, accusa Toninelli. “Secondo noi la Sea-Watch ha contravvenuto alle indicazioni della stessa Olanda e non ha cercato il riparo sicuro più vicino, in Tunisia, mettendo a rischio l’ incolumità di tutti i passeggeri. Questo lo ritengo un fatto grave”.

“Sulla nave le condizioni di salute sono buone, comprese quelle dei minori, quasi tutti sedicenni”, assicura il ministro, secondo cui “ciò che conta davvero è chi prende in carico i 47 migranti a bordo, l’approdo è un tema secondario. Trattandosi di una Ong tedesca e di una nave che batte bandiera olandese, mi pare chiaro che in attesa che l’Unione europea si svegli, sia Olanda che Germania debbano intervenire. Trovino il modo, ma lo facciano in fretta”.

 

 

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