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Sotto accusa i controlli ispettivi all’Ars. La Corte dei Conti all’Antimafia: “Nessuno controlla e nessuno paga”

giovedì 1 Dicembre 2016

Problemi gravissimi tra Comuni e Regione: di natura finanziaria, di tenuta dei procedimenti e problemi etici ma non solo: anche una preoccupante assenza di controlli interni della pubblica amministrazione siciliana, Regione e Comuni in primis. E’ questo il cuore dell’audizione dinanzi la commissione regionale Antimafia di  Maurizio Graffeo, presidente della Sezione di controllo della Corte dei conti per la Regione siciliana. Il confronto è avvenuto ieri a Palazzo dei Normanni e il quadro generale non è a tinte rassicuranti.

“Al momento i controlli non sono sufficienti a garantire la sicurezza negli enti e nella pubblica amministrazione – commenta Graffeo – al 31 dicembre del 2015 il sistema di controllo non è stato attuato e anche se l’Ufficio ispettivo della Regione esiste è datato, svuotato e inutilizzato. La frode non è un fatto che capita una volta ogni tanto, deve essere trattata come un rischio normale che l’organizzazione può correre”. Inoltre, per Graffeo, autonomia e indipendenza sono due caratteristiche fondamentali per un organo di controllo interno. “L’indipendenza – ha osservato Graffeo – si acquisisce con una certa professionalità. E’ fondamentale che dare indipendenza e autonomia a organi come i revisori e il segretario comunale, che era l’ultimo baluardo statale all’interno dei comuni”.  

All’indomani dell’audizione, restano anche le perplessità sull’approvazione con legge di un debito fuori bilancio. Quest’anno è la prima volta per l’Ars e l’azione è il risultato di una normativa che impone alle Regioni di farlo. “L’Assemblea regionale siciliana approva leggi, non fa come i comuni che approvano atti amministrativi. Pertanto che ci sia un’approvazione con legge di un debito fuori bilancio mi lascia molto perplesso – commenta Graffeo – si crea a mio avviso uno scontro con i principi generali che fino a ora io ritenevo sacri e inviolabili ma come magistrato mi inchino alla volontà del legislatore”. E ha espresso contrarietà anche verso la normativa nazionale che non prevede il controllo della regolarità degli atti amministrativi da parte della Corte dei Conti. Dal 2012 la Regione ha compiuto solo dodici ispezioni di secondo livello, quattro all’anno – continua – lo strumento di controllo sugli atti della Regione va potenziato perché c’è ovunque consapevolezza che tanto nessuno ci controlla e dunque nessuno paga”. Il presidente della commissione regionale Antimafia Nello Musumeci lancia intanto l’allarme sulle attività di controllo sulla gestione degli uffici regionali che è “pari a zero” e sottolineando la sua preoccupazione sul fatto che “da diversi anni il servizio ispettivo non sia dotato di sufficiente personale, non solo dal punto di vista numerico ma anche sul piano della formazione”.

Troppi gli enti commissariati, troppe le partecipate
che hanno gli organi di controllo scaduti, troppa insofferenza e litigiosità all’interno degli enti locali e dei Comuni: la Commissione intende avanzare proposte legislative per ovviare a tali carenze e scriverà al presidente della Regione intervenire immediatamente. In Sicilia, Regione, comuni ed enti pubblici non hanno al loro interno sistemi di controllo in grado di rendere impermeabile la pubblica amministrazione ad ogni tentativo di corruzione e l’unico organo che effettua controlli è la Corte dei conti.

 

 

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