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Svincoli di Brancaccio: nuovi ritardi, l’Odissea continua

lunedì 21 Ottobre 2019
Svincoli di Brancaccio

La parola “Fine” sembra ancora lontana. L’Odissea degli svincoli di Brancaccio prosegue. L’incompiuta simbolo di Palermo, avviata nel 2002 e mai ultimata, è stata immortalata spesso dalle telecamere di Striscia la Notizia.

Ora, dopo mesi di silenzio, è finalmente ripartito l’iter burocratico per far avviare i primi lavori. L’opera infatti è stata divisa in due tranche:

  • il primo blocco di lavori riguarda i due svincoli Nord (“lato mare”), visibili dall’autostrada A19 Palermo-Catania. Non si tratta semplicemente di asfaltare le due bretelle, ma occorre il rilancio delle acque che sedimentano sotto l’autostrada, spostandole al di là della fermata “Roccella” del Passante ferroviario. I lavori costerebbero circa 2 milioni e dovrebbero durare poco (circa 5 mesi).
  • il secondo lotto riguarda invece i due svincoli Sud (“lato monte”), ancora da progettare. Il costo si aggirerebbe sui 3,6 milioni (e poco meno di un anno la durata dei lavori).

Del primo lotto di lavori si occuperà la Multi Veste Italy 4 srl (società che ha costruito il Centro commerciale Forum) come stabilito l’anno scorso dalla delibera di Giunta (n.127 del 29/08/2018) ratificata da Palazzo delle Aquile.

progetto Svincoli Brancaccio
Il progetto preliminare degli svincoli di Brancaccio

Il progetto della Multi è stato presentato dall’Ing. Antonio Cangemi che da più di 30 anni segue l’opera, dalle sue fasi embrionali fino ad oggi. «Questo appalto – dichiarava nel 2013 – è stato davvero sfortunato: l’ha iniziato mio padre negli anni ‘80 e ora lo sto portando avanti io. È la dimostrazione che non basta una generazione per finire un’opera pubblica». Oggi aggiunge scherzando: «Tra qualche anno andrò in pensione e forse non basteranno due generazioni…»

Quali fasi ci saranno ora? «Il Comune – spiega Cangemi a ilSicilia.it – ha ricevuto il nuovo progetto ad aprile 2019. Si aspetta la nomina di un RUP che poi dovrà essere coadiuvato da un tavolo tecnico per supporto e ok al progetto. Bisognerà riunire le varie parti (viabilità, sottoservizi, ecc…). Una volta approvato il progetto degli svincoli “lato mare”, serve l’ok alla nuova convenzione in variante tra Comune e Multi che dovrà scrivere il Suap. E poi infine, serve l’ok del Consiglio Comunale come “opera di urbanizzazione a scomputo”, ratificando l’accordo dello scorso agosto. Dopo l’approvazione del Consiglio partirà un iter lungo altri 25 mesi, cioè altri 2 anni»

Ecco, in esclusiva, il cronoprogramma aggiornato:

 

Insomma la strada sembra ancora lunga e tortuosa. Di questo passo, le due bretelle “lato mare” saranno pronte non prima del 2022.

I lavori, partiti nel 2002, si bloccarono a causa di ritardi dell’impresa e “presunte infiltrazioni mafiose” segnalate dalla Prefettura di Messina. La ditta “Demoter” poi fallì nel 2013 e nel 2016 fece causa al Comune di Palermo. Il contenzioso è tuttora aperto.

PetyxSituate accanto al Forum, le bretelle dovevano servire per alleggerire la via Messina Marine dal traffico dei mezzi pesanti, e allo stesso tempo consentire un facile ingresso/uscita dall’autostrada A19 Palermo-Catania. Insomma una valvola di sfogo per la viabilità congestionata e caotica del capoluogo siciliano.

Nel frattempo la zona industriale si è dotata del nuovo capolinea del Tram e della fermata Roccella del Passante Ferroviario. Ma gli svincoli sono ancora bloccati e ricoperti di erbacce e rifiuti.

Per quanto riguarda invece la seconda tranche di lavori (Svincoli Sud, “lato monte”) la novità di pochi giorni fa è che il Comune (delibera di Giunta n.173 del 17/10/2019) ha dato via all’iter per sbloccare i fondi residui regionali dell’appalto (2,5 milioni).

La Giunta Orlando in pratica ha dato l’ok alla contabilità finale, al certificato di collaudo e al quadro tecnico-economico finale. Eccolo:

Con esso si dà «mandato al RUP di richiedere all’Assessorato infrastrutture e Mobilità della Regione Sicilia l’accreditamento delle somme necessarie per la progettazione delle rampe di svincolo lato sud e di quanto altro necessario per il riappalto delle opere».

Se per la prima tranche ci vogliono almeno due anni, per la seconda quindi siamo ancora all’alba.

Ennesima dimostrazione di come il sistema degli appalti in Italia vada completamente riformato. Se per un’opera semplice che richiede pochi mesi di lavori servono più di vent’anni, Palermo sarà destinata purtroppo a collezionare ancora altre incompiute.

 

 

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