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Traffico di migranti tra Tunisia e Sicilia: sequestrato il tesoro del capo banda

giovedì 25 Giugno 2020

Beni per un valore complessivo di oltre 1,5 milioni di euro sono stati sequestrati dalla guardia di finanza di Palermo, con il supporto delle fiamme gialle di Trapani, a Fadhel Moncer, tunisino di 40 anni.

Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Trapani su richiesta della Procura di Palermo e riguarda un immobile, due aziende e terreni a Marsala e Mazara del Vallo, un’auto e disponibilità finanziarie.

L’indagine

Nel gennaio 2019 Moncer, assieme ad altri 13 indagati, è stato fermato dalla Dda nell’ambito dell’indagine “Barbanera”, in quanto ritenuto a capo di un sodalizio criminale dedito al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e al contrabbando di tabacchi lavorati esteri, costituito da cittadini tunisini e italiani operanti tra il Nord Africa e le province di Trapani, Agrigento e Palermo.

Tra il 2017 e il 2019, l’associazione capeggiata da Moncer ha dimostrato, sottolineano gli inquirenti, di disporre “di una solida e radicata struttura organizzativa e di adeguate risorse umane e materiali, potendo contare su numerosi mezzi nautici in grado di effettuare, stabilmente, traversate sulla rotta marittima dalla Tunisia alla Sicilia finalizzate all’ingresso illegale nel territorio italiano di migranti e consistenti quantitativi di tabacchi esteri di contrabbando“.

Per ogni “viaggio”, i cittadini extracomunitari arrivavano a pagare anche 3.000 euro. Inoltre, nel 2012, il 40enne era stato arrestato “per aver detenuto armi ed esplosivi, verosimilmente destinati ad essere utilizzati sul territorio nazionale“.

Il sequestro

Una delle due imprese sequestrate opera nel settore agro-alimentare, mediante la coltivazione in serra di prodotti stagionali, su terreni estesi per circa due ettari.

La seconda impresa ha esercitato l’attività di ristorazione in una zona centrale di Mazara del Vallo fino al sequestro avvenuto a conclusione dell’operazione “Barbanera” nel gennaio 2019.

Attualmente l’azienda, ancora sotto sequestro, è affidata in gestione a un’impresa terza su autorizzazione dell’Autorità giudiziaria.

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