Il Foro di Giurisprudenza nasce per la tutela dei diritti degli studenti dell’ateneo palermitano senza distinzioni di facoltà o di polo territoriale.
“Da tempo – scrivono in una nota i consiglieri dell’associazione Foro di Giurisprudenza Gabriele Giacoletti, Gabriele Trusso Forgia e Marco Culmone – abbiamo constatato, purtroppo, che i poli decentrati sin dalla loro costituzione non hanno avuto la giusta considerazione che gli sarebbe spettata ed i corsi istituiti non sono stati tutelati quanto i corsi della sede di Palermo. A prova di ciò molti corsi sono stati soppressi ed altri, ad oggi, sono entrati nel loro ultimo anno di esistenza, come quello di Giurisprudenza della sede di Agrigento. Il nostro timore è che si realizzi un altro iniquo trattamento nei confronti di quelli che ancora sopravvivono, in particolare del corso di studi in Giurisprudenza del polo di Trapani.
Infatti, abbiamo appreso nella seduta del Consiglio di Corso di studi dell’8 febbraio 2019, che l’Università di Palermo non sta riuscendo a garantire l’intero servizio didattico previsto nell’offerta formativa 2017/2018. È stato riportato che il Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, il 29 gennaio 2019, ha formulato un’interrogazione in seno al Senato Accademico per conoscere la disponibilità dei fondi per il pagamento dei professori a contratto delle materie di inglese e spagnolo giuridico, la cui risposta ci ha messo a conoscenza che la loro retribuzione sarà limitata per la metà del monte ore previsto. Il CCdS in Giurisprudenza, dunque, ha analizzato la questione e ha messo in luce il grave pericolo di una iniquità nella retribuzione dei professori nonché della mancata ottemperanza del carattere opzionale di queste materie o, peggio, che queste non vengano erogate. Il carattere opzionale, infatti, non attiene all’erogazione delle lezioni ma alla facoltà dello studente di poter scegliere fra più insegnamenti obbligatori dello stesso canale. Ciò malgrado, il CCdS ha dovuto approvare che vengano emanati i bandi per l’assegnazione degli insegnamenti nel tentativo di garantire ugualmente un servizio che riteniamo essenziale, pur rimettendo al Consiglio di Dipartimento di Giurisprudenza il compito di far nuovamente presente il problema agli organi superiori.
Preso atto, inoltre, del Decreto Assessoriale n. 6738 del 29 novembre 2018 con il quale è stata deliberata l’erogazione dei fondi a sostegno delle docenze per il tramite dei Consorzi universitari, come previsto dal Protocollo d’intesa adottato il 26/10/2016 tra l’Assessore regionale per l’Istruzione e la Formazione professionale, dall’Assessore regionale per l’Economia e dai Rettori delle Università di Palermo, Catania e Messina, ci domandiamo, quindi, se manchino effettivamente i fondi ai quali l’Università possa attingere per coprire questi insegnamenti che riteniamo essere fondamentali per una formazione completa dello studente nella considerazione che il diritto allo studio non può e non deve essere leso per motivi economici, soprattutto se annualmente vengono incrementate le tasse per l’iscrizione.
Infatti, rispetto all’A.A. 2017/2018 quest’anno si è registrato un aumento del circa 4% per gli studenti in corso nonché una maggiorazione delle more e la previsione del pagamento del contributo onnicomprensivo di Ateneo per gli iscritti part-time in misura pari al 75%.
Sosteniamo gli studenti ed i professori della sede di Trapani che meritano una risposta repentina da parte della nostra Università affinché la sola distanza territoriale non sia ragione ingiustificata di una disparità di trattamento nello stesso corso di studi”.