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Trasporti, CapitaleMessina: “Il tram va mantenuto ma via le barriere tra città e lungomare”

martedì 15 Gennaio 2019

“Apprendiamo dalla stampa cittadina del dietrofront dell’Amministrazione comunale sul progetto della soppressione del tram. Certamente una buona notizia”, inizia così la nota stampa di CapitaleMessina a firma del vicepresidente Gianfranco Salmeri.

“La risposta alla crisi dell’ATM deve essere quella di ridurre i costi razionalizzando il servizio, eliminando le diseconomie, riequilibrando domanda ed offerta, non sopprimere il tram, che costituisce in atto il sistema di mobilità a nostra disposizione più ecologico e più compatibile con una città che dev’essere sempre più pedonale e con meno automobili”.

“E con altrettanta soddisfazione leggiamo del proposito, comunicato dal vicesindaco Mondello, di abbattere la barriera di protezione del tram, per eliminare la cesura tra la città ed il fronte mare”.

“È quello che CapitaleMessina sostiene da anni: con la riduzione fino ad un massimo di 30 km/h, dalla Dogana fino all’imbocco della Rada S. Francesco, della velocità di esercizio del tram, non vi sarebbe più la necessità di avere la sede protetta da barriere, per cui si potranno sin da subito eliminare cordoli e ringhiere. Il tram così perderebbe la caratterizzazione di metropolitana di superficie, circolando in questa porzione di città in sede promiscua, in sicurezza, così come avveniva fino agli anni cinquanta”.

“Questo – continua Salmeri –  in attesa della riprogettazione complessiva del sistema tranviario, che va modificato a partire dallo spostamento del tragitto a monte, lungo l’asse corso Cavour – via Garibaldi”.

“In prospettiva si potrà anche programmare l’eliminazione della cancellata che isola il porto, grazie al futuro trasferimento delle attività commerciali nel nuovo porto di Tremestieri, garantendo le necessarie aree sterili per gli approdi delle navi da crociera, utilizzando dei sistemi mobili da attivare all’occorrenza. Affinché finalmente i messinesi possano tornare a passeggiare lungo le banchine del porto”.

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