Il sindaco Giuseppe Bandieramonte e un funzionario del Comune di San Pietro Clarenza nel Catanese e l’amministratore e un dipendente di una società privata sono stati arrestati da militari della guardia di finanza di Catania per corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e turbata libertà degli incanti.
Al centro dell’inchiesta della Procura distrettuale di Catania la procedura di gara per l’assegnazione del servizio di raccolta, spazzamento e trasporto rifiuti. Gli appalti oggetto dell’indagine, per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro, sono relativi al periodo 2015-2018.
Nei confronti degli indagati il Gip di Catania ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per due e agli arresti domiciliari per altri due.
Secondo quanto ricostruito durante le indagini della Guardia di finanza, il sindaco Bandieramonte – assegnando in maniera scorretta le gare d’appalto sempre alla stessa società – avrebbe ricevuto in cambio svariate utilità.
Tra queste, l’assunzione alla ‘Progitec’ di persone che lo sostenevano elettoralmente, la sponsorizzazione di eventi sportivi organizzati da associazioni promosse dai familiari del sindaco e il pagamento di stipendi da 50 mila euro l’anno a favore della compagna del sindaco per l’attività lavorativa alla Progitec, mai realmente svolta.
Tra gennaio 2015 e ottobre 2018, attraverso 18 ordinanze ‘contingibili e urgenti’ la Progitec avrebbe mantenuto costante l’affidamento della gestione dei rifiuti per tre milioni di euro.
Tra destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere dell’operazione ‘Differenziata’ anche l’imprenditore Angelo La Piana, 41 anni, amministratore della Progitec srl, società specializzata nella raccolta di rifiuti solidi non pericolosi.
Agli arresti domiciliari il Gip ha posto Michele Faro, 61 anni, responsabile del servizio Rifiuti solidi urbani del Comune di San Pietro Clarenza, e Silvio Calandrino, dipendente della Progitec che fino al 2018 sarebbe stato impiegato dell’Ente alle dipendenze di Faro.
Le indagini del nucleo Polizia economica-finanziaria della guardia di finanza di Catania hanno preso avvio nel luglio del 2018 dopo le denunce di dipendenti del Comune su “anomalie nella gestione del denaro pubblico”e su presunti “rapporti poco chiari esistenti tra il sindaco e gli amministratori Progitec”.
Quest’ultima, sostiene l’accusa, avrebbe ottenuto “attraverso un meccanismo corruttivo allarmante” più affidamenti di lavori per conto del Comune “assicurati da Bandieramonte con ordinanze sindacali contingibili e urgenti” per il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani e il loro trasporto, che sono state 18 tra gennaio 2015 e ottobre 2018 per un totale di 3 milioni di euro.
Ma anche di altri servizi, come la pulizia interna ai locali del Municipio e dei tombini, impiantistica e spazio verde, pulizia scuole, servizi di approntamento seggi elettorali, bonifica micro discariche e diserbamento.
In cambio la Progitec, contesta la Procura di Catania, avrebbe garantito al sindaco sponsorizzazioni di eventi sportivi organizzati da suoi familiari, l’assunzione da parte dell’impresa di persone che garantivano appoggio elettorale a Bandieramonte, compresa la sua compagna che, sottolineano le fiamme gialle, avebbe incassato dalla Progitec 50 mila euro di stipendio l’anno per un’attività lavorativa mai svolta.