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Unicredit pronta a chiudere 10 filiali in Sicilia, Fabi sul piede di guerra

venerdì 7 Febbraio 2020
unicredit

Unicredit pronta a nuovi tagli in Italia e in Sicilia.

Ad annunciarlo è la FABI (Federazione Autonoma Bancari Italiani), che si sta già muovendo per cancellare i nuovi tagli previsti dal piano aziendale del CEO Jean Pierre Mustier.

Da fine marzo sono a rischio infatti le filiali di Agrigento Imera, Caltanissetta Don Minzoni, Militello Val di Catania, Naso, Palermo Via Dante, Caltavuturo, Camporeale, Modica Regina Margherita, Santa Ninfa e Aci Catena”.

LA REPLICA DELLA FABI

Unicredit, che ha conseguito utili per 4,7 miliardi di euro ,spinge l’acceleratore per avviare la trattativa sugli esuberi che secondo il CEO  ,Jean Pierre Mustier, dovrebbe interessare in Italia circa 6 mila Persone. Inoltre, l’Unicredit di Mustier non si ferma , vorrebbe chiudere altri 450 sportelli in Italia, dei quali oltre 50 interesserebbero la Regione Sicilia“.

Il segretario generale della FABI, Lando Maria Sileoni, senza peli sulla lingua, mette in guardia Mustier.

Jean Pierre Mustier ancora una volta sbaglia approccio, cercando di ridimensionare la portata e l’impatto del piano industriale. Si illude di avere gioco facile, con noi e con le altre organizzazioni sindacali. Contrariamente a quanto affermato dall’amministratore delegato della banca, non ci sarà alcuna semplice discussione sul piano industriale né un dialogo come lui ipocritamente predica, ma un confronto serio, durissimo e approfondito nel quale nulla sarà concesso. Pretenderemo almeno una assunzione ogni due eventuali esuberi. Il signor Mustier deve avere rispetto per le lavoratrici e per i lavoratori del gruppo Unicredit oltre che per il territorio italiano che lo ospita”.

Alle affermazioni di Sileoni, si aggiunge anche l’intervento di Mauro Morelli che segue, per conto della segreteria nazionale, le trattative in Unicredit.

L’Azienda  pretende di discutere il piano industriale dando già per scontato il numero di filiali da chiudere. Se queste sono le premesse, potremmo non sederci al tavolo” osserva il segretario nazionale.

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