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Chiesta condanna per due medici per un parto. La donna si sarebbe potuta salvare

giovedì 8 Dicembre 2016

Per i due medici imputati di omicidio colposo di Castelvetrano Vito Francesco Cuttone e Cataldo Anzalone il pm ha chiesto la condanna, invocando due anni e 9 mesi di reclusione per il primo e due anni per Anzalone. “Era chiaro che bisognava effettuare un tempestivo taglio cesareo. Era l’unica soluzione. Si sarebbero evitate le conseguenze che hanno portato al decesso della paziente”. Queste le parole del pubblico ministero Anna Cecilia Tessa durante la sua requisitoria al cospetto del giudice monocratico Matteo Giacalone.

I fatti risalgono al 13 maggio 2011 quando i due dottori dell’ospedale di Castelvetrano avrebbero sottovalutato le condizioni gravissime della trentaduenne Girolama “Mimma” Leone, che avvertiva forti dolori addominali; venne infatti portata con grande ritardo nell’ospedale di Trapani. A Cuttone e Anzalone si contesta di non aver diagnosticato la patologia e di non essere intervenuti in tempo. Con un intervento tempestivo, probabilmente, la donna, che era alla 35a settimana di gravidanza, non avrebbe perso la vita.

Con l’autopsia – ha continuato il pm Tessa – si è scoperto che la signora Leone aveva un meningioma benigno al cervello, che è stato stimolato, provocando sanguinamento, solo a causa delle crisi ipertensive dovute alla gestosi mal curata da Anzalone e Cuttone”.

A causa dell’alta pressione dovuta agli sforzi del parto, divenuto poi cesareo d’urgenza, a Mimma Leone si ruppe un vaso sanguigno del cervello; in quel frangente si trovava all’ospedale Sant’Antonio di Trapani per poi essere trasportata in elicottero a Palermo. L’avvocato difensore di Cuttone, Gianni Caracci, ha chiesto al giudice di nominare un altro perito, in quanto, a suo parere, le consulenze fornite dai medici ascoltati sono “contrastanti” mentre secondo il legale civile Celestino Cardinale i fatti sono molto chiari e limpidi.

Ad Anzalone, difeso da Vito Signorello, si imputa il fatto di non avere predisposto il ricovero, rimandando a casa la donna intorno alle 19.30 del 10 maggio, tre giorni prima del decesso. A Cuttone, invece, di non avere effettuato gli esami urgenti, non procedendo al  cesareo. “Il nostro consulente, professor Martorana – sostiene, però, l’avvocato Caracci – ha già spiegato che la reale causa del decesso fu una emorragia cerebrale, una patologia imprevedibile indipendente dal parto”.

 

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