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A Bar Sicilia Maurizio Croce: “Iter lunghi contro il dissesto idrogeologico, serve modello Morandi” | VIDEO

domenica 25 Ottobre 2020

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L’ospite della puntata numero 128 di Bar Sicilia è Maurizio Croce, il braccio operativo (tecnicamente il soggetto attuatore) dell’Ufficio del commissario contro il dissesto idrogeologico in Sicilia, ruolo invece ricoperto dal Presidente della Regione siciliana Nello Musumeci.

Il direttore responsabile de ilSicilia.it Manlio Melluso e il direttore editoriale Maurizio Scaglione hanno chiacchierato con Croce di diversi argomenti, dalle emergenze che si sono susseguite negli anni nel territorio siciliano – dalle catastrofi di Casteldaccia a Giampilieri – all’erosione delle coste siciliane, fino alle questioni relative alla Scala dei Turchi, Capo d’Orlando, l’Etna e Monte Pellegrino.

Rispetto alla spesa dei fondi assegnati all’ente, Croce ha voluto sgomberare il campo dai dubbi: “La Regione Siciliana è in in Italia quella che ha investito e ha programmato più denaro sulla messa in sicurezza del territorio. Il presidente Musumeci quando si è insediato ha detto che la messa in sicurezza del territorio era uno dei quattro punti più importanti del suo programma. In una relazione del Ministero dell’Ambiente che è arrivata proprio qualche giorno fa si documenta che la Sicilia ha investito e ha programmato più di un miliardo di euro, più di tutte le altre Regioni. La seconda in termini di finanziamenti per programmazione, si pensi, è a 420 milioni di euro, quindi noi siamo a più del doppio“, ha spiegato.

Croce non nasconde però le difficoltà derivate da una normativa nazionale che non è votata allo snellimento delle procedure e sottolinea, invece, l’efficacia del cosiddetto ‘Modello Morandi‘: “Oggi c’è una difficoltà ad avere delle progettualità cantierabili ed è un problema della normativa generale – afferma –, perché le procedure burocratiche previste dalla legge sono lente. Un problema che è stato in parte risolto con la legge delle semplificazioni, ma è chiaro che c’è una procedura abbastanza confusa, contorta, che crea delle lungaggini rispetto all’affidamento. Quello del Ponte Morandi è un modello che oggettivamente ha funzionato perché deroga interamente a tutta la normativa nazionale e accelera in maniera significativa le procedure“.

Rispetto all’alluvione di Palermo del 15 luglio, Croce si è espresso sulle posizioni assunte dal sindaco Orlando: “Quello dell’alluvione di Palermo è tutto tranne che un problema di dissesto idrogeologico: è una questione atavica della città di Palermo e riguarda il collettamento della rete delle acque bianche e le acque dell’intera città. Capisco che il gioco preferito in questi casi è quello di rimpallare le responsabilità, ma nel caso specifico il sistema di raccolta delle acque della città non può che essere un problema del sindaco o, eventualmente, del commissario alla depurazione“.

Sulle catastrofi di Casteldaccia e Giampilieri e su quanto le colpe debbano essere accollate all’uomo o alla natura, Croce ha affermato: “Ci sono degli eventi che si potevano evitare e altri che non si potevano evitare. Per Casteldaccia così come per Giampilieri è chiaro che c’era un eccesso di costruzioni su zone che oggettivamente non potevano essere in alcun modo identificate come edificabili: cioè, un’abitazione sull’alveo di un torrente è una bestemmia. Di chi è la colpa del fatto che quella casa fosse lì? Certamente dell’uomo che l’ha edificata e dell’amministrazione che lo ha permesso, e certamente di chi nel corso del tempo aveva l’obbligo di controllare e non l’ha fatto“.

Croce ha sottolineato l’impegno della Regione per l’erosione della spiaggia di Eraclea Minoa, con l’assegnazione di quasi 5 milioni di euro per il progetto: “Su quel litorale c’è un problema serio di arretramento della spiaggia che è aggravato dalla presenza di una riserva. I lavori sono stati consegnati proprio qualche settimana fa“.

Infine, una ‘puntatina‘ su alcune questioni legate a vulcani e montagne della Sicilia, in particolare Etna e le cime del Palermitano, da Monte Pellegrino a Monte Gallo: “Sull’Etna c’è un problema diverso dal rischio idrogeologico – ha detto Croce –, c’è un problema sismico e vulcanologico serio. Cosa diversa per quel che riguarda Palermo, che ha Monte Pellegrino, Monte Gallo, Monte Pulcitello: qui si sta intervenendo. Sono monti su cui si stanno investendo tantissime risorse, almeno 40-50 milioni di euro su Monte Pellegrino. Da qui a qualche mese – conclude Croce – avremo tutti i progetti esecutivi su tutti i suoi versanti“.

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