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A “En kai Pan” Girolamo Alagna Cusa racconta l’architetto Manetti Cusa | VIDEO INTERVISTA

venerdì 10 Gennaio 2020

 

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En kai pan” giunge alla sua quindicesima puntata. Ospite nella nostra rubrica di approfondimento culturale de ilSicilia.it curata da Aurelio Pes è Girolamo Alagna Cusa, discendente del grande architetto Manetti Cusa e curatore del volume “Girolamo Manetti Cusa. Architetto, ingegnere, fotografo (1883-1970) dal liberty alla ricostruzione”.

Laureato presso la Facoltà di Giurisprudenza a Palermo e successivamente specializzato alla “Johns Hopkins University – Bologna center”, Girolamo Alagna Cusa, dopo avere frequentato a Palermo il corso dell’Isida (Istituto superiore dirigenti d’azienda) ha lavorato presso il centro studi di aziende del gruppo Iri- Finmeccanica. Autore di saggi ed articoli giornalistici è appassionato di arte con particolare riferimento alle tematiche di architettura e fotografia. Recentemente ha, appunto pubblicato la monografia su Girolamo Manetti Cusa.

“Manetti Cusa nasce a Palermo nel 1873 – spiega Girolamo Alagna Cusa – in un periodo particolarmente stimolante per la città anche sotto il profilo dell’architettura, si laurea ingegnere e successivamente segue i corsi di Ernesto Basile e dunque somma a una preparazione tecnica anche una artistica. La sua attività ha un arco di sviluppo particolare, perché in un primo momento aderisce al Liberty, ma lungo l’arco della sua attività coltiva sempre di più altre tendenze, aderendo al funzionalismo”.

Borgo Schirò

A cavallo fra le due guerre mondiali si diede vita ai cosiddetti borghi rurali, che finalmente adesso la Regione Siciliana sta tentando di recuperare. Manetti Cusa progettò il Borgo Schirò, nel comune di Monreale: “II progetto dei borghi fu varato negli anni Trenta – sottolinea Alagna Cusa – quando partì il cosiddetto programma di assalto al latifondo. L’idea era quella di ripopolare le campagne e che questi borghi fossero individuati come luoghi in cui vi fossero essenzialmente i servizi mentre le abitazioni sorgevano a distanza. I borghi sono organizzati con una piazza centrale in cui si svolge la vita sociale. Otto borghi furono progettati in Sicilia da architetti famosissimi e la caratteristica architettonica di questi borghi è che il Regime non richiedeva uno stile architettonico preciso. I giovani architetti vennero, così, lasciati liberi di interpretare liberamente il rapporto con il luogo. Ed effettivamente così fece anche Manetti Cusa che progettò il Borgo Schirò, utilizzando molto lo stile razionale. Fra l’altro, se fosse stato realizzato l’ampliamento previsto ci sarebbero state ulteriori linee razionaliste”.

Manetti Cusa fu anche un grande fotografo: “C’è una stretta connessione fra architetto e fotografo e vediamo tra l’altro che la sua evoluzione professionale la ritroviamo anche in fotografia, perchè inizia adottando la tecnica del pittorialismo in un periodo in cui era intenso il dibattito sul rapporto fra arte figurativa e fotografia. Manetti Cusa è molto attento al paesaggio della città e soprattutto dal mare. Successivamente attorno agli anni Trenta, in concomitanza con l’evoluzione della sua architettura, troviamo l’uso del mezzo fotografico in modo più attenbto ai particolari, più puro. Alcuni soggetti dei suoi scatti sono la gente umile, marinai, barcaioli, contadini. Sono scelte coraggiose quelle di seguire la nobildonna, ma anche le persone semplici”. 

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