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Ai sogni non rinunciamo

mercoledì 10 Marzo 2021
centro storico palermo degrado

Il Piano Particolareggiato Esecutivo del centro storico di Palermo fu una brillante intuizione ed una speranza che, è bene dirlo, coinvolse tutte le forze politiche per la sua definizione ed approvazione ma, la sua pratica attuazione, è stata costellata da molte criticità e veri e propri fallimenti.

Proprio nel periodo successivo alla sua approvazione, nei giorni precedenti il Natale 1992, mi trovai ad affrontare una criticità derivante dal cedimento di parte di un immobile di piazza Garraffello che minacciava di rovinare sopra le numerose bancarelle, più o meno abusive, che animavano la piazza e davano da vivere, a parecchie famiglie.

La soluzione ottimale, data anche la mancanza di pregi storici od artistici dell’immobile, sarebbe stata l’abbattimento della sua parte pericolante e la messa in sicurezza di quello che sarebbe rimasto in piedi. Apriti cielo! Tutte le “anime belle” capeggiate da sedicenti ambientalisti si scatenarono accusando l’amministrazione di un tentato scempio del patrimonio artistico e storico della città. Con un atto di fede decisi di fare transennare il tutto consentendo a quanti già lo facevano di continuare ad esercitare le loro modeste attività. Mi presi gli applausi ma non ci dormii sopra pensando a quello che sarebbe potuto accadere. Nello stesso periodo tentai senza successo di liberare piazza San Francesco da quell’obbrobrio di manufatto che ne riduce drasticamente l’estetica.

Il mio successore, appena insediatosi, strombazzò che in qualche settimana avrebbe risolto i due problemi.

Sono tornato nelle due piazze dopo 29 anni! Piazza Garraffello è un immondezzaio a cielo aperto, la fontana omonima è circondata dai rifiuti e con la lapide illeggibile mentre a piazza San Francesco il manufatto da me attenzionato a suo tempo, fa bella mostra di se con l’unica novità della presenza di tavoli, sedie ed ombrelloni che contribuiscono a nascondere il prospetto della chiesa, vero gioiello di architettura. Questa è la realtà di una importante fetta del centro storico di Palermo.

Ancora: il mercato delle Vucciria non esiste più come tale; è deserto di giorno mentre la notte vi succede di tutto senza il rispetto di alcuna regola anche in questo difficile periodo; molte cooperative a cui erano stati assegnati immobili da ristrutturare ad uso abitativo hanno rinunciato di fronte alla impossibilità di effettuare gli espropri ed a tutte le pastoie burocratiche da affrontare ; la cosiddetta rivalutazione culturale dell’area è rappresentata solo dalle aggregazioni, pandemia permettendo, di molti protagonisti della cosiddetta “ movida “ che pensano che la scuola, lo studio, il lavoro, siano fastidiosi intervalli tra una sbevazzata, una chat o peggio ancora. Ovviamente l’amministrazione comunale su queste tematiche appare sorda e cieca mentre spara giornalmente bordate su future straordinarie attività.

La più recente narra della riqualificazione multiculturale del quartiere di Ballarò, unico vero mercato rimasto a Palermo ma con criticità che poco hanno a che fare con la “culturalità“, sia essa singola o multipla tanto cara al Sindaco. Nell’area di Ballarò è presente di tutto: abusivismo commerciale di ogni tipo; vendita di oggetti dalla più svariata provenienza con un occhio di riguardo a refurtiva ricettata, prostituzione, spaccio di stupefacenti e quant’altro, così come ci raccontano ogni giorno le cronache, giornalistiche e giudiziarie.

Questo complesso di situazioni ha indotto tanti palermitani che ingenuamente avevano creduto che si potesse ritornare a vivere in questo storico mandamento a scappare o cercare di farlo alla prima occasione. Oggi si parla anche di ingenti risorse a cui si potrebbe attingere per interventi complessivi su centro storico ed in particolare sul quartiere di Ballarò ma, intervenire non significa fare proclami sulla multiculturalità, gastronomica o religiosa come mi pare si preannunci ma operare, e non solo a parole, per affermare una multicultura, della legalità che, va imposta anche con forza delle leggi. Intervenire nei quartieri significa anche ripulirli dalle immondizie che li soffocano, liberarli dalla criminalità e consentire una vita normale a quanti li abitano e ne soffrono il degrado.

Comprendiamo bene che un simile progetto è difficile da realizzare. Meglio annunciare ipotesi astratte, usare vocaboli senza contenuto ed indicare vie future e fantasiose lasciandosi alle spalle i miasmi dei rifiuti abbandonati assieme a tutti gli altri problemi reali.

E’ vero però che esistono parole, e multiculturalità è una di queste, che fanno audience per chi le pronuncia mentre altre come civismo riguardano la vita di ogni giorno e quindi non interessano molte delle anime belle – ma chi dice che lo siano – le quali pontificano nella e sulla nostra città.

La rinascita del centro storico è stata ed è ancora un sogno per molti palermitani, me compreso. Svegliandoci sentiamo tristezza e vergogna ma, ai sogni non possiamo rinunciare.

 

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