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Alla GAM di Palermo la “resistenza artistica” di Fatma Bucak | VIDEO SERVIZIO

venerdì 19 Ottobre 2018

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L’artista Fatma Bucak per la prima volta in mostra a Palermo, alla Galleria d’Arte Moderna, fino al 2 dicembre con “So as to find the strength to see” a cura di Maria Centonze, Lisa Parola e Agata Polizzi.

Nata dalla collaborazione tra la Fondazione Merz, nell’ambito del progetto “Punte brillanti di lance” e la GAM, il percorso espositivo palermitano tocca diversi punti dei locali, dal Chiostro fino all’ultimo piano dove è ospitata l’opera “Enduring nature of thoughts“.

Suggestiva all’impatto visivo, l’installazione consta di 122 bacinelle di smalto, simbolo delle culture mediterranee, che sonoramente, grazie a delle registrazioni realizzate in Turchia, ripropone un rimbalzo di gocce d’acqua.

Fatma Bucak Nata in una cittadina nel Sud della Turchia vicina al confine con la Siria, Fatma Bucak lavora su temi quali l’identità, la violenza, la censura, la repressione, l’espropriazione, la migrazione e la mitologia religiosa.

La sua storia personale e l’appartenenza alla minoranza curda in Turchia hanno contribuito a formare una personale poetica che sviluppa attraverso installazioni, performance, fotografie, video e ambienti sonori.

Dall’osservazione dell’attuale scenario internazionale, nello specifico dell’area mediterranea, e dall’urgenza di una riflessione sulla storia contemporanea, nasce la volontà dell’artista di affermare con il proprio linguaggio forme di resistenza culturali in contesti sempre più autocratici.

Gam

Il progetto, nella sua trasposizione palermitana, prevede una proiezione video nella Sala Leto (Blessed are you who come – Conversation on the Turkish-Armenian border – 2012) inserita nel percorso della collezione storica della GAM e alcune installazioni in spazi interni ed esterni del Museo Civico (Damascus roses – 2016)

L’artista – raccontano i curatori – con il suo intervento riesce a dare voce a cronache dimenticate, narrazioni di pensieri inespressi, come un riesame delle “individualità” escluse dalla storia, di minoranze politiche o etniche e di strutture socio-culturali in opposizione al potere”.

La mostra, fino al 2 dicembre, è inserita nell’ambito del Festival delle Letterature Migranti.

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