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Amministrative a Catania, Pogliese: “Torneremo ad essere una città normale”

domenica 20 Maggio 2018
Salvo Pogliese
Salvo Pogliese

“Siamo una squadra coesa nell’unico interesse che è la crescita delle nostra Catania; riusciremo a governarla con l’aiuto di quanti, liberi e forti, vogliono dare una svolta a una grande città del Mezzogiorno per farle spiccare il volo dell’innovazione e del cambiamento, nella virtuosità dei comportamenti e nell’energia tipica di una città abituata, da secoli, a risorgere dalle proprie ceneri per dare corpo e vigore alle grandi trasformazioni di questo terzo millennio”. Lo ha detto l’eurodeputato Salvo Pogliese all’apertura della campagna elettorale per la sua candidatura a sindaco Catania, al centro fieristico Le Ciminiere, davanti a oltre duemila persone.

Alla presenza del presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, e del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, Pogliese ha ricordato all’affollatissima platea di candidati al Consiglio comunale e nelle Municipalità, sostenitori e simpatizzanti, come il prossimo 10 giugno, Catania, sarà la più importante città capoluogo ad andare al voto.  “Avremo puntati i riflettori nazionali come test elettorale degli schieramenti politici. Noi siamo qui, pronti per questa sfida, per un’assunzione di responsabilità contro la demagogia populistica e la gestione chiusa nei palazzi delle istituzioni. Siamo in campo con la nostra storia di centrodestra, ma sinceramente aperti al contributo trasversale e determinante di gruppi e organizzazioni civiche che ritengono, come noi, che governare la cosa pubblica nell’interesse dei cittadini, non possa essere ristretto dal tradizionale perimetro delle forze politiche”.

Salvo Pogliese
Da sinistra, Ludovico Balsamo, Roberto Bonaccorsi, Salvo Pogliese, Sergio Parisi e Fabio Cantarella.

Il candidato sindaco del capoluogo etneo, sostenuto da ben nove liste di candidati al Consiglio comunale, ha spiegato pubblicamente le ragioni della sua discesa in campo per la guida di Palazzo degli Elefanti:Quando ho deciso di rispondere positivamente all’invito di tantissimi amici e cittadini comuni per candidarmi a sindaco della città in cui sono nato, in cui abito, nella quale sono nati e cresceranno i miei figli, si è trattato senza dubbio di una scelta d’amore. Ho abbandonato una comoda posizione a Bruxelles per scommettermi appieno nella mia terra, nella mia città. La promessa che ho fatto a me stesso è stata quella che non avrei mai mentito perché chi amministra deve parlare il linguaggio della verità”.

“La credibilità – ha proseguito Pogliese – è un valore che i catanesi oggi avvertono come rivoluzionario, dopo cinque anni in cui il sindaco uscente ha sistematicamente mistificato la realtà, raccontando una Catania che non esiste, con roboanti annunci e una narrazione sganciata da una realtà fatta, invece, di gravi errori e malgoverno, con nani e ballerine a fare da comparse al sovrano per l’unico interesse di utilizzare la nona Città d’Italia come pretesto per continuare ad avere titolo nei salotti del potere”.

Nel corso dell’incontro, Pogliese ha illustrato anche le linee generali del suo programma: “Ci proponiamo di far

tornare Catania una città normale. Una città nella quale i servizi funzionino, sicura, pulita, nuovamente dinamica, moderna, contemporanea, con una Amministrazione che sostenga il naturale dinamismo dei catanesi. Nella quale il rispetto delle regole sia una pratica costante nella quotidianità dell’azione amministrativa. Dove si vada avanti per merito e non per vicinanza al faraone di turno, che sia finalmente europea nel rispetto delle regole e valorizzi le sue vocazioni, turistica, commerciale e universitaria. Una città che torni a guardare con fiducia al futuro, un luogo dalla quale i nostri giovani non debbano fuggire in cerca di una realizzazione professionale che qui gli viene negata”.

Salvo Pogliese ha anche voluto ringraziare Tajani e Musumeci, che sono intervenuti all’apertura della Salvo Pogliese, inaugurazione campagna elettorale 19 maggio 2018campagna elettorale: “Abbiamo l’orgoglio di avere con noi in questa battaglia di libertà e buon governo il presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, figura prestigiosa delle istituzioni comunitarie, amico sincero e leale, mio personale e di tutti i siciliani. Lo ringrazio per questa scelta di campo, così come ringrazio il carissimo Nello Musumeci, che ho sostenuto con determinazione perché andasse alla guida della Regione, un’istituzione che necessitava di aver restituito decoro e valore dopo anni malcostume politico”.

Parole di forte apprezzamento per Pogliese sono state espresse dal presidente Antonio Tajani: “Ho conosciuto Salvo Pogliese nei banchi del Parlamento Europeo e ho potuto riconoscerne subito la grande professionalità, competenza, e l’instancabile passione con cui lavora quotidianamente nell’interesse esclusivo dei cittadini. Sono più che certo che i catanesi sapranno ben scegliere giorno 10 giugno, premiando il grande amore che l’amico Salvo ha per la meravigliosa città di Catania”.

Il presidente Tajani si è poi soffermato sull’attenzione che l’Unione Europea sta destinando al sud Italia e alla Sicilia: “La Sicilia deve ripartire dalla forza imprenditoriale, dalla capacità di innovazione e dalla voglia di fare dei catanesi. Ho proposto un Piano Straordinario per il Sud da 20 miliardi per rilanciare la crescita e l’occupazione. Questo fondo mobiliterà investimenti per oltre 250 miliardi grazie alle sinergie con i fondi regionali europei non spesi, i fondi Bei, la Cassa Depositi e Prestiti , il Piano Juncker e i fondi privati. Servirà a realizzare infrastrutture di rete per trasporti, digitale, energia, porti e inter-modalità e ridare ossigeno al credito per start-up e pmi. Aiuterà a rilanciare comparti dove la Sicilia ha ancora potenzialità inespresse, come manifattura di qualità, logistica, turismo, industrie culturali o agroalimentare. Ai giovani siciliani che cercano un lavoro non dobbiamo vendere illusioni, ma dare prospettive concrete. Per questo ho proposto di usare il Fondo sociale europeo per la decontribuzione totale per 6 anni, e per tutto il Sud, di chi entra nel mercato del lavoro”.

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