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Anniversario morte Falcone, sorella: “Questo albero è simbolo di rinascita” CLICCA PER LE FOTO

lunedì 23 Maggio 2022

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“Quest’albero è diventato un monumento nazionale e un simbolo di rinascita: ci ha permesso di andare avanti e mettere in carcere tutti i latitanti. Tutti tranne uno: Matteo Messina Denaro. Appena lo prenderemo vi aspetto tutti nuovamente qui per gioire insieme”. Così Maria Falcone, sorella del giudice assassinato nella strage di Capaci, dal palchetto accanto all’albero di via Notarbartolo dedicato al fratello Giovanni.

La mafia si vince con la cultura e con la coesione – ha aggiunto – 30 anni fa eravamo in ginocchio e col cuore spezzato, dopo abbiamo rialzato la testa e siamo scesi con cortei e striscioni. Grazie per essere qui oggi e di esserci stati dal 1992 a ora”. Davanti all’albero si è radunata una folla di centinaia di persone.

Leoluca Orlando

A Palermo non ci siamo liberati dalla cultura mafiosa, ma la mafia non governa più la città, negare questo significa non rendere merito al sacrificio di coloro che si sono sacrificati nell’azione di contrasto alla mafia“. Lo ha detto il sindaco Leoluca Orlando in occasione del convegno organizzato dall’università di Palermo e dedicato a Francesca Morvillo. Il sindaco ha ricordato la figura della Morvillo, magistrato al tribunale dei minori, ringraziandola per “tutto quello che ha donato alla città, per la sua attenzione al mondo della legge minorile e per la sua sensibilità profetica in un tempo nel quale la città era governata da Cosa Nostra”.

Orlando ha raccontato un episodio riferitogli dalla Morvillo quando il magistrato si occupò dell’assassinio di un padre ucciso da un ragazzo perché ostacolava il fidanzamento con la figlia. “In quell’occasione Francesca mi raccontò che davanti al corpo dell’uomo trovò il ragazzo e la madre che disse: ‘Bonu fice. Ha fatto bene’. Ci vogliamo rendere conto – ha aggiunto Orlando – di come sia cambiata la città? Di quanta strada abbiamo fatto? Nel novembre ’93, dopo le stragi, i palermitani hanno eletto Antonino Caponnetto presidente del consiglio comunale di Palermo. Se questo non è cambiamento politico e culturale mi domando cosa lo sia”.

Francesca Morvillo non è morta solo perché era la moglie di Giovanni Falcone. Il suo ricordo, nel trentennale della strage di Capaci, si concentra sul suo ruolo di magistrata. E soprattutto sulla sua attenzione verso i minori, ha detto la ministra Marta Cartabia intervenuta alla presentazione del libro “Non solo per amore” edito da Treccani e curato da Cetta Brancato, Giovanna Fiume e Paola Maggio. Secondo la ministra, proprio il servizio svolto alla Procura dei minori va considerato come il “personale contributo di Francesca Morvillo alla lotta alla mafia: una donna magistrato che ha dovuto farsi largo in un mondo fortemente maschile“. Di lei va apprezzata soprattutto la visione che, nel trattamento dei minori, cercava di dare “più spazio al momento educativo piuttosto che alla funzione repressiva della pena“.

Marta Cartabia

Il suo impegno – ha detto la procuratrice generale Lia Sava – aveva forme complesse. Trattava con diffidenza le grandi parole, era lontana dalla retorica“. In vari interventi la figura di Francesca Morvillo è stata portata fuori dalla zona d’ombra in cui è rimasta a lungo confinata. “Anch’io – ha detto il fratello Alfredo Morvillo, pure ex magistrato – ero convinto che fosse prevalente, per quello che aveva fatto, la figura di Falcone. Ma con il tempo è nato un nuovo filone di riflessione”. Due elementi Morvillo ha tratto dall’esperienza della sorella e di Falcone: rigore e intransigenza che, a suo giudizio, non si ritrovano in alcune scelte di questa campagna elettorale. Tema che ha ripreso il sindaco Leoluca Orlando. Quanto alla matrice delle stragi, Morvillo ha sostenuto che a Palermo in quegli anni “è accaduto qualcosa di poco chiaro”. Per questo “non possiamo accontentarci di quello che è stato fatto finora”.

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