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Antimafia: Comuni di Cinisi e Borgetto firmano protocollo con Prefettura su appalti

venerdì 15 Dicembre 2017

Nel pomeriggio di oggi, presso la sede della Prefettura di Palermo, alla presenza delle Forze di polizia territoriali, il Prefetto Antonella De Miro ha siglato con i comuni di Cinisi e Borgetto il Protocollo di Intesa per la legalità e la prevenzione dei tentativi di infiltrazioni criminali mafiose nell’economia legale, per sottoporre ad un rafforzato controllo antimafia gli appalti pubblici anche di importo inferiore alla soglia comunitaria, nonché tutte le concessioni edilizie a titolo speculativo e le correlate opere di urbanizzazione.

Il Sindaco del Comune di Cinisi, Gianni Palazzolo, era accompagnato dall’intera Giunta Municipale e dal segretario comunale, per sottolineare il forte condiviso impegno dell’Amministrazione a sostenere percorsi di legalità e trasparenza. Palazzolo ha dichiarato con parole di forte commozione “di voler dedicare la sottoscrizione dell’odierno protocollo al Brigadiere dei Carabinieri Guerrino Miglioranzi, Medaglia d’Argento al Valor Militare alla Memoria, assassinato per mano mafiosa a Cinisi la sera del 16 aprile 1945 all’età di appena 21 anni”.

“Il protocollo – ha proseguito – non ha un semplice valore formale ma incide concretamente nella lotta alla criminalità organizzata perché ne colpisce significatamente la sfera patrimoniale”. Inoltre, nell’ottica di colpire i mafiosi nei propri interessi economici, il sindaco ha proposto al Prefetto “la sottoscrizione di un ulteriore Protocollo di intesa con i comuni ed Equitalia, per agevolare il recupero dei crediti erariali conseguenti alle sentenze risarcitorie divenute esecutive nei confronti dei soggetti condannati per mafia nei processi in cui gli enti si sono costituiti parte civile”. Soltanto il comune di Cinisi è, ad esempio, creditore di circa 140.000 euro.

Il sindaco, nel ringraziare il Prefetto e le forze di polizia, ha sottolineato essere “determinante la collaborazione con le istituzioni”, precisando che “il sindaco che conosce la propria comunità deve fare da filtro, da referente per aiutare nel controllo del territorio. La pericolosità della mafia non è oggi da sottovalutare, cambia pelle, sa che non può esercitare le intimidazioni nei confronti degli amministratori, e si presenta con una pelle camaleontica che può anche indurre in errore, per questo va tenuta alta la guardia”.

Il Prefetto ha espresso “plauso ed apprezzamento per le parole e le molto importanti considerazioni svolte con partecipata emozione dal sindaco” che, precisa, costituiscono “testimonianza di un significativo impegno istituzionale, espressione di una Sicilia e di una terra che vuole voltare pagina ed affermare il proprio riscatto anche morale”. Il Prefetto ha altresì assicurato che lo Stato che ella declina nella sua azione istituzionale “è e sarà sempre vicino agli enti locali, ai sindaci, agli amministratori che vogliono intraprendere percorsi di legalità e trasparenza e che è e sarà sempre vicino ai sindaci che vogliono promuovere azioni concrete contro la mafia, contro la l’illegalità e la corruzione”.

Al protocollo ha aderito anche il Comune di Borgetto sciolto per infiltrazioni mafiose e in atto gestito da una commissione straordinaria, composta dal vice Prefetto Giuseppina Di Dio Datola, dal vice prefetto Rosaria Mancuso e dal funzionario Silvana Fascianella, cui il Prefetto ha rivolto parole di “vivo apprezzamento per l’impegno ed il sacrificio espressi nel portare avanti l’azione di risanamento dell’Ente, reso più difficile dalla situazione di grave criticità esistente nell’apparato burocratico amministrativo” . 

Il Protocollo costituisce un ulteriore tassello della più ampia collaborazione esistente tra l’Ufficio territoriale del Governo e gli Enti locali sui temi più diversi, tra cui in primis la sicurezza.
Il Prefetto ha sottolineato che il documento, già adottato con i comuni di Altavilla Milicia, Carini, Corleone, Giardinello, Isola delle Femmine, Misilmeri, Palazzo Adriano, Polizzi Generosa, Torretta e Villabate, si pone quale strumento dinamico per ostacolare la penetrazione e i condizionamenti della criminalità organizzata su politiche e pratiche urbanistiche territoriali, perché rimane sempre alto il rischio che l’opportunità di investimenti speculativi possa essere intercettata dalla criminalità organizzata mafiosa, come comprovato da studi, analisi ed atti giudiziari .

In forza del Protocollo, saranno controllati col sistema più rigoroso delle informazioni antimafia tutti gli appalti che si collocano al di sotto della soglia comunitaria, fissata in 5.225.000 per gli appalti di lavori, 209.000.000 per gli appalti ordinari di servizi, 750.000.000 per gli appalti di servizi sociali.
Sugli appalti sarà esercitato una attenta verifica dell’adempimento degli obblighi retributivi e contributivi e da parte delle imprese aggiudicatarie e da parte delle imprese subappaltatrici, nonché una parimenti attenta verifica del rispetto della sicurezza e condizioni di lavori delle maestranze impiegate, salute e tutela dell’ambiente.

I Comuni si impegnano a richiedere alla Prefettura le informazioni per tutti gli interventi in edilizia che superano i 5 mila metri cubi ed anche per quelli attinenti attività produttive ed insediamenti in aree industriali ed artigianali.

Inoltre le informazioni antimafia dovranno essere richieste nei confronti dei soggetti privati sottoscrittori di convenzioni in materia di edilizia e urbanistica che prevedono obblighi di cessione al Comune di aree di territorio da destinare a uso pubblico, nonché l’obbligo di realizzazione a carico degli stessi di opere di urbanizzazione primaria e secondaria; ed ancora nei confronti di quei soggetti cui è affidata l’esecuzione di dette opere non coincidenti con i sottoscrittori della convenzione di lottizzazione.

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